Il Capo dello Stato, che fin qui ha preferito mantenere un profilo basso limitando al minimo le ingerenze nella dialettica parlamentare, sarà chiamato a una decisione più difficile dal suo insediamento, quella di assegnare l’incarico di governo a una delle forze vincitrici, senza però che nessuna di esse goda di maggioranza autonoma alle Camere.
La scelta di Mattarella dovrà prendere forma su un filo sottilissimo, in cui i partiti sono disponibili a flebili aperture ma senza rinunciare al proprio programma o al proprio dna. (Consulta il calendario delle consultazioni al Quirinale).
Rimangono diversi gli scenari teoricamente possibili per la formazione dell’esecutivo. Vediamoli.
Governo Lega-M5S
Il primo, e più probabile rimane sempre il governo a doppia trazione Di Maio-Salvini. Con il M5S a sfiorare il 33% la Lega Nord primo partito della coalizione di centrodestra, però, il vero dubbio è: chi dei due sarebbe il premier? Il Carroccio ha rinunciato alle presidenze delle Camere per puntare a Palazzo Chigi, mentre i grillini non vogliono indietreggiare visto l’exploit elettorale. Altre incognite, poi, si aprirebbero con il programma dei due partiti, specie in materia economica: flat tax e reddito di cittadinanza non possono coesistere.
Governo di scopo
Di fronte ad ostacoli difficili da sormontare, è possibile che allora la maggioranza tra Lega e 5 Stelle si formi sul serio, ma solo per portare al traguardo la riforma elettorale, con una legge che possa garantire maggioranze certe e una governabilità chiara. In proposito, Di Maio e Salvini potrebbero dunque siglare un patto per tornare alle urne già in autunno, con il rischio, però, che percorrendo un tratto di strada insieme possano finire per gradire la reciproca compagnia e, chissà, magari prolungare l’esistenza del governo…
Governo M5S-centrodestra
Malgrado la disponibilità di M5S a votare una berlusconiana di ferro come Elisabetta Alberti Casellati al Senato, l’ipotesi che l’intera coalizione con Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia possa trovare i voti mancanti tra le file dei grillini è alquanto remota. Di Maio non ha nessuna intenzione di fare la stampella a un governo altrui, men che meno a uno che vedrebbe l’importanza dell’ex Cavaliere tornare determinante per gli equilibri e per le priorità in agenda.
Governo Pd-centrodestra
Renzi lo ha ribadito in tutte le lingue: “Mai al governo con i populisti”, e dunque sembra da escludere anche un’intesa tra centrodestra e Partito democratico. Se Forza Italia avesse sopravanzato l’alleato Carroccio con i consensi raccolti, forse ci sarebbe stato spazio per un Nazareno bis. Ma con la Lega determinante, è assai difficile che Salvini possa acconsentire a un governo con gli eredi degli ultimi governi a cui si è regolarmente opposto senza sconti.
Governo Pd-M5s
Questa rimane sulla carta la strada più percorribile, anche se pesa il veto dell’ex segretario democratico e della frangia più fedele al muro contro muro della passata legislatura. Di Maio, negli ultimi giorni ha tentato di aprire un varco per trovare delle convergenze sul programma, ma dall’altra sponda la risposta è stata sempre “picche”.
Può essere, però, che di fronte allo stallo la moral suasion del Quirinale possa convincere i dem a un appoggio esterno, anche se difficilmente questa linea verrebbe accolta dall’intero gruppo parlamentare, con il pericolo di ulteriori spaccature in Parlamento e maggioranze risicatissime.
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