Congedo parentale, se il lavoratore non si cura del figlio può essere licenziato

Ileana Alesso 26/02/18
Un lavoratore della società S. Spa richiede di usufruire di un congedo parentale di dieci giorni per poter accudire il figlio. La società, avendo sospetti sulla correttezza del dipendente, si rivolge ad un’agenzia investigativa dalla quale apprende che il lavoratore, per oltre metà del tempo concessogli per il congedo parentale, non aveva svolto alcuna attività a favore del figlio bensì lavorato presso la pizzeria della moglie.
Per questo motivo la società S. Spa lo licenzia per giusta causa.

Il lavoratore impugna il licenziamento, ma il ricorso viene respinto sia dal Tribunale che dalla Corte di Appello di Aquila, quest’ultima in particolare lo respinge ritenendo il dipendente responsabile di aver sviato la funzione tipica per la quale il congedo parentale era stato concesso: sostenere i bisogni affettivi e relazionali del figlio e non solo quelli fisiologici.

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La Corte di Cassazione, cui il dipendente si rivolge, conferma le pronunce dei giudici di merito e respinge il ricorso del lavoratore sulla base dei seguenti motivi:
– l’ordinamento riconosce al lavoratore il diritto ad usufruire del congedo parentale per soddisfare i bisogni affettivi del bambino, ma se il lavoratore utilizza il tempo del congedo per svolgere un’altra attività lavorativa si verifica un abuso per sviamento della natura e della funzione del congedo;
– il diritto del lavoratore al congedo parentale non esclude il controllo sulle modalità del suo esercizio;
– il Tribunale e la Corte d’Appello de l’Aquila hanno correttamente verificato, sulla base delle circostanze di fatto, emerse dalle investigazioni la illegittimità della condotta del lavoratore che ha usufruito di un congedo parentale per svolgere, in modo prevalente, un’altra attività lavorativa.

Ileana Alesso

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