I sindacati, d’altro canto, sono più preoccupati da altre questioni; dai pensionamenti molto ridotti rispetto allo scorso anno, il che determinerà un netto calo dei posti da stabilizzare visto che ne rimarranno scoperti meno. Particolare attenzione viene poi rivolta ai tempi complessivi del concorso a cattedre, visto che se si dovessero dilatare oltre le scadenze fissate, i vincitori difficilmente riuscirebbero a prendere possesso del posto fisso a partire da settembre 2013.
“Da quello che sappiamo le correzioni sono a buon punto, si sono presi il tempo necessario”, afferma Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil. Dalla Uil Scuola dichiarano di non aver avuto notizia di ritardi eccessivi, e anche la Cisl di categoria conferma che non ci sia inquietudine sulla questione, sottolineando che la valutazione procede a macchia di leopardo.
“Ogni regione ha i suoi tempi, e all’interno di ogni regione vale lo stesso per le singole classi di concorso”, fanno sapere dalla Cgil. Del resto a marzo, come anticipato sopra, il ministero aveva avvertito: le commissioni hanno fino a tre mesi per finire il loro lavoro, quindi ci sono ancora quasi due mesi per rispettare le scadenze concordate.
Ciò che tuttavia resta plausibile, secondo il pensiero dei sindacati, è che nell’anno scolastico 2013/14 cominci a lavorare una parte dei vincitori inferiore rispetto a quella prospettata dal Miur. Lo scorso settembre il ministro Profumo parlava di 7.351 posti: “quest’anno però andranno in pensione circa 10mila insegnanti – dichiara Pantaleo – e per legge metà di loro dev’essere sostituita da chi è in graduatoria. Quindi come si fa a immettere i 7mila che usciranno dal concorso?”. Cisl e Uil sottolineano che quella del governo era una previsione, e che non c’è da meravigliarsi se alla fine i numeri saranno diversi, visto anche il flop della previsione fatta sui partecipanti al concorso, così coloro che rimarranno fuori entreranno in aula a partire dal 2014/15.
Il numero di chi dovrà attendere potrebbe aumentare anche a causa delle tempistiche: non quelle della correzione degli scritti nella fattispecie, ma quelle generali del concorso. “Probabilmente in alcune materie non si riuscirà a far entrare in aula le persone da ‘fisse’ già a settembre”, afferma Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola. Il rischio è che una parte dei vincitori abbia la certezza del posto, ma debba rinunciare a iniziare a lavorare (e a ricevere lo stipendio) già da settembre, cosa che in tempo di crisi come questo ha un peso notevole sulle vite dei possibili vincitori.
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