Sono numerosi i docenti precari, gli aspiranti docenti, i neo – laureati che sarebbero felici di poter concorrere ad un nuovo concorso, anche perché improvvisamente si era avuta l’impressione che l’immobilismo burocratico che attanaglia l’Italia fosse finalmente svanito lasciando il posto ad una ventata di novità che prospettava, non uno, ma ben due concorsi dopo un silenzio di 13 anni.
Tuttavia l’argomento “concorso scuola numero due” è un argomento delicato dal momento che le procedure per il concorso già bandito a settembre 2012 non sono state ancora portate a termine, anzi sono accompagnate da numerose polemiche, in merito soprattutto alla possibilità di rispettare il piano biennale di immissioni in ruolo.
Eppure Profumo, a settembre 2012, prometteva come fossero caramelle concorsi ogni anno “Proprio i concorsi – insiste Profumo – sono lo strumento per arrivare nel tempo alla «normalizzazione di un sistema che paga quanto è stato fatto in passato» e di fronte al quale, ammette, «la gestione del transitorio è senz’altro molto delicata e difficile ». « Ci saranno – afferma il ministro –concorsi fino al 2015, con cadenza annuale, in modo da ristabilire la normalità» anche se, numeri alla mano, sarà impresa ardua colmare la discrepanza tra la massa dei precari e i posti che potranno aprirsi in presenza di una riduzione del turn-over “
E ancora ad ottobre “Il concorsone è una situazione transitoria. Avremo un secondo concorso nella primavera del prossimo anno. E poi, un concorso ogni due anni e tutti avranno le nuove regole della delega Fioroni”. Una situazione perfetta, anche se a gennaio 2013 si registra una brusca frenata negli entusiasmi a causa di qualche lancio di agenzia che comincia ad insinuare il dubbio sui tempi tecnici per poter inserire le innovazioni rispetto al precedente bando.
Ma a marzo una nuova dichiarazione del Ministro uscente aveva riacceso le speranze: “Spero che il nuovo governo e il nuovo Parlamento – ha dichiarato il ministro – non blocchino l’operazione. Per quanto mi riguarda ho fatto tutto il possibile e continuerò a lavorare fino al giorno in cui si insedierà il nuovo esecutivo” .
Ora la primavera, al di la del meteo instabile, è arrivata, Profumo non è più ministro e solo da qualche giorno si è insediato il nuovo Ministro Maria Chiara Carrozza; tuttavia non è ancora dato sapere quale sia l’intenzione nei riguardi di questo discorso. Intanto ieri è stata fatta questa dichiarazione “abbiamo ricevuto anche raccomandazioni a livello europeo per risolvere il problema. Non voglio fare annunci, preferisco dire le cose una volta fatte“
Sono numerose le richieste di quanti pur avendo superato la prova preselettiva non sono stati ammessi alla prova successiva, o che per motivi contingenti non hanno potuto svolgere le prove. Ma la richiesta più importante proviene da coloro che nelle prossime settimane otterranno l’abilitazione con il primo ciclo TFA. Per essi il concorso dovrebbe essere la naturale prosecuzione del percorso formativo, in modo da non generare tempi morti che determinano aspettative a cui non sempre l’Amministrazione è in grado di dare risposte (lo esemplifica bene il numero elevato di docenti abilitati a fronte di poche immissioni in ruolo).
In realtà il reclutamento dei docenti è stato posto dal neo Ministro designato come una priorità “Sicuramente vorrei portare impulso alla scuola, partendo dall’edilizia scolastica, dal reclutamento dei docenti, dai rapporti con le aziende, e dalla ricerca“. Ad ogni modo le indicazioni finora sono state destinate al concorso già in atto. L’idea del Ministro, in linea con le posizioni del PD, è che sarebbe stato meglio bandirlo solo per le classi esaurite o in via di esaurimento. Ma il concorso è stato oggetto di discussione anche quando si è parlato in merito al reclutamento.
“Dobbiamo prevedere un piano pluriennale di esaurimento delle graduatorie per eliminare la precarietà dalla scuola (non costa un euro in più stabilizzare chi lavora su posti vacanti) e offrire la necessaria continuità didattica agli studenti. E contemporaneamente metter mano ad un modello di formazione iniziale e reclutamento, equo e trasparente, che offra ragionevoli speranze ai giovani che desiderano dedicare la propria vita professionale all’insegnamento, selezionando tramite concorso i migliori laureati per l’accesso alla formazione iniziale, secondo numeri programmati al fabbisogno; un anno di prova attraverso tirocinio e supplenze brevi accompagnati da un insegnante esperto, e infine la firma del contratto a tempo indeterminato.“
La speranza è che nei prossimi giorni il Ministro riesca a sciogliere ogni riserva su tempi e modalità dell’orientamento che vorrà attribuire al proprio mandato.
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