Concorso scuola: oltre 63mila posti, quali saranno le prove?

Redazione 04/11/15
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La richiesta formale è arrivata dal Miur che ha chiesto  al Ministero dell’Economia di autorizzare il bando, per il triennio 2016-2018, di 63.700 cattedre riservate agli insegnanti abilitati. Sempre per il prossimo triennio seguiranno altre 30mila stabilizzazioni di docenti precari delle GaE (vale a dire gli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento), tra cui figurano i 23mila maestri della scuola dell’infanzia, rimasti esclusi dal piano assunzionale straordinario che si sta ultimando in questi mesi. Si delineano così oltre 93mila assunzioni in tre anni.

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Entro la fine di novembre saranno pubblicati i bandi per l’avvio delle procedure per il concorso a cattedra 2015 relativo al triennio 2016/2018. La “Buona Scuola”, infatti, fissa al 1° dicembre la dead line da rispettare per l’emanazione. Dei posti messi a bando la parte più rilevante, circa 16.300, sarà riservata agli istituti superiori, 13.800 invece saranno i posti che interesseranno  le scuole medie, 15.900 quelli per la primaria, 6.800 rivolti all’infanzia, e infine circa 10.900 i posti destinati agli insegnanti di sostegno e a quelli che residuano dalla cosiddetta fase C della maxi ondata di stabilizzazioni prevista dalla legge 107/2015 (VAI AL TESTO).

Le materie più gettonate dovrebbero essere quelle di italiano, matematica e lingue. Il piano di reclutamento per i prossimi tre anni mette in agenda anche la stabilizzazione dei circa 30mila precari delle GaE, non immessi in ruolo quest’anno. Il concorso, come anticipato, sarà aperto soltanto ai docenti in possesso di abilitazione: potranno così parteciparvi anche coloro che sono in possesso di Tfa e Pas.

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Complessivamente il numero dei candidati sarà di 250mila. Contrariamente a quanto avvenuto con il concorso Profumo, sembra che non ci sarà nessuna prova preselettiva per le scuole medie e superiori, mentre si affaccia l’ipotesi del test di preselezione per infanzia e primaria. Confermata, invece, la previsione di una prova scritta informatizzata, volta a testare la capacità di presentare una lezione. In merito poi alla prova orale, si dovrebbe conservare l’introduzione, stabilita nel 2012, di una lezione simulata.

Lo schema di regolamento, che ingrandisce le classi di concorso abbassandole da 168 a poco più di 100, ha recentemente passato l’esame del Consiglio di Stato ed è ora atteso in Parlamento e in Consiglio dei ministri per il vaglio finale. Lo scopo della nuova selezione, come sottolineato nei giorni scorsi dallo stesso Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, rispecchia l’intento del Governo di mettere in grado le scuole di poter avere “tutti i docenti di cui hanno bisogno per esercitare concretamente la propria autonomia”, oltre all’esigenza di “tornare finalmente alla Costituzione, prevedendo che d’ora in avanti si possa salire in cattedra solo per concorso”.

L’imminente maxi concorso sarà, così, l’atto finale di un piano assunzionale che complessivamente ha previsto oltre 180mila posti nel periodo 2015-2018. Grazie alla riforma Renzi-Giannini, infatti, a partire dallo scorso settembre sono saliti in cattedra circa 38mila docenti; nelle prossime settimane sarà il turno degli ulteriori 50mila insegnanti della fase C, vale a dire quelli aggiuntivi previsti per potenziare le attività e i servizi della didattica. Gli interessati alla fase C vedranno recapitarsi la proposta di assunzione il 10 novembre, avendo poi  10 giorni di tempo per accettarla o meno.

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