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Di seguito la nostra Redazione approfondisce tutte le informazioni e le soluzioni su e-learning; modalità di apprendimento con le nuove tecnologie; strumenti multimediali e TIC.
1) E-LEARNING
Le tipologie didattiche di e-learning evidenziano criteri e scelte pedagogiche differenziate che spesso emergono nella funzione e peso del tutor.
La più diffusa tipologia di e-learning è quella ricettiva, sequenziale e a “scoperta guidata”, finalizzata all’acquisizione di contenuti i quali, secondo il modello comportamentista, sono unità predisposte in sequenze. In questa tipologia di FAD, l’ambiente virtuale di apprendimento viene strutturato in:
– moduli che hanno come obiettivo le conoscenze di base;
– esercizi di feedback correttivo;
– prescrizioni procedurali.
La funzione educativa è svolta prevalentemente da un tutor che interagisce con i partecipanti in maniera sincrona (interazione mittente-ricevente) o asincrona.
L’altra tipologia di e-learning è quella a “scoperta in collaborazione” finalizzata all’acquisizione di competenze e abilità piuttosto che all’acquisizione di conoscenze. Nella fase iniziale il tutor presenta le prescrizioni procedurali e condivide le varie piste di lavoro; poi, progressivamente, il suo ruolo diventa sempre meno centrale pur aggiungendo periodicamente qualcosa per incentivare la motivazione o per reindirizzare il processo nella classe virtuale. I discenti possono confrontarsi tra pari e con il “facilitatore”, il quale è il “mediatore dei saperi”, in grado di fornire agli alunni il massimo numero di elementi e strumenti utili per costruire i concetti, per orientarli nelle domande, definire le priorità, autovalutarsi, riconoscere le difficoltà e gli errori.
1.1. Chi è l’ e-tutor?
L’e-tutor è il protagonista dell’e-learning: un professionista della comunicazione telematica animatore delle video-conferenze, chat, web forum, mailing list. Questa figura non si occupa di preparare i materiali didattici, ma di gestirli interagendo con la comunità virtuale. Il compito del tutor è quello di facilitare la comunicazione e l’apprendimento, animando e moderando la classe virtuale.
L’insegnante-facilitatore, esperto in strategie dell’apprendimento, che orienta la formazione alimentando la tensione cognitiva degli studenti e valorizza le caratteristiche dei singoli, svolge anche l’importante funzione del rinforzo all’apprendimento per gli studenti in difficoltà. Queste figure nella prassi della didattica a distanza tendono a essere interrelate ma sono soggetti diversi mentre nella didattica frontale questi profili di competenza dovranno integrarsi nel ruolo del docente.
2) MODALITA’ DI APPRENDIMENTO ATTRAVERSO LE NUOVE TECNOLOGIE
L’attenzione che le politiche scolastiche promuovono è quella di attivare un ammodernamento complessivo della didattica in conformità ai cambiamenti culturali. Quello che l’insegnamento scolastico deve fronteggiare è infatti il cambiamento culturale cui le tecnologie hanno dato luogo.
È evidente che la novità delle procedure logiche e analogiche, la simultaneità di produzione e fruizione, la molteplicità dei codici di comunicazione tipiche delle nuove TIC abbiano condizionato l’approccio all’apprendimento nonché favorito alcune tipologie di intelligenza piuttosto che altre.
2.1. Come le attuali tecnologie hanno modificato le forme di apprendimento degli studenti?
La generazione cosiddette “puntadito” ovvero touch screen mostrano una evidente modifica della percezione del tempo e dello spazio comparate a quelle passate.
Il dibattito sui cambiamenti cognitivi è talmente sentito che si è anche connotato talvolta di elementi di avversione e criticità verso le TIC. È stato sollevato l’allarme circa l’eventualità che la comunicazione informatizzata della presente generazione di studenti, metta in crisi le competenze verbali ed espressive.
Nonostante queste legittime preoccupazioni resta il fatto che la questione non è di stabilire quale sia la forma migliore della concettualizzazione e della comunicazione, bensì quale sia quella più conforme al tipo d’intelligenza prevalente in questa generazione. Gli studenti mostrano, in genere, un’accresciuta attitudine a percepire le correlazioni in modo non sequenziale ma simultaneo, ad apprendere le correlazioni e le intersezioni logico-spaziali attraverso concetti rappresentati prevalentemente mediante forme iconiche ed elaborati in forma analogico-sistemica ed espressi con una pluralità di codici.
Per questo, diversamente dal passato è auspicabile che la didattica non sia concentrare sull’intelligenza linguistica e su quella logico-matematica. Emerge infatti lo sviluppo del linguaggio iconico tra gli studenti. La teoria del Human information processing mette in connessione le funzioni dell’apprendimento umano e le procedure tecniche proprie dell’elaboratore elettronico, e conclude nell’osservazione che solo il cervello umano è capace di operazioni “intenzionali”.
Un altro contributo importante nella comprensione del funzionamento delle TIC nella didattica è data dagli studi sulle proprietà associative del pensiero, posti alla base delle mappe concettuali sviluppati da D. P. Ausubel. Le funzioni logiche implicate nella produzione e fruizione delle mappe concettuali (di cui Joseph Novak può reputarsi il padre) sono certamente una risorsa ottimizzata da quest’ultima generazione di studenti per correlare i concetti e le conoscenze.
2.2. Mappe concettuali: cosa sono e a che cosa servono?
La mappa concettuale è uno strumento per rappresentare in un grafico le proprie conoscenze intorno ad un argomento secondo un principio cognitivo di tipo costruttivista: ciascuno è autore del proprio percorso conoscitivo all’interno di un contesto. Con l’ausilio delle mappe gli allievi mirano a contribuire alla realizzazione di apprendimenti significativi, in quanto si distanziano dalle logiche dell’apprendimento meccanico che si fonda unicamente sull’acquisizione mnemonica.
Le mappe non esauriscono i passaggi logici evidenziati dalle frecce di collegamento agli argomenti e possono essere ulteriormente integrate in uno qualunque dei loro molteplici nodi. Questa sintesi sulle caratteristiche delle mappe concettuali è chiaramente il modello che sta alla base degli ipertesti e della modalità di apprendimento che si sviluppano con alcune TIC (per esempio Internet). Quindi l’approccio teorico più adeguato all’inserimento delle TIC risiede nella intelligenze multiple e sullo sviluppo del linguaggio iconico con particolare riferimento alle mappe concettuali. I docenti devono inoltre rafforzare l’insegnamento nella direzione dello sviluppo e valorizzazione di obiettivi trasversali come per esempio:
– insegnare ad apprendere;
– insegnare a costruire;
– sollecitare verso lo sviluppo di comportamenti sociali attivi e collaborativi nonché all’autonomia e al senso di responsabilità.
3) GLI STRUMENTI MULTIMEDIALI
Gli strumenti multimediali realizzano la sinergia tra gli audiovisivi e gli elettronici utilizzando più canali di comunicazione e più codici (elementi linguistici, immagini e suoni).
3.1 Cosa sono gli ipertesti?
Gli ipertesti sono testi sia linguistici che iconici, a struttura reticolare e contestualizzante, per di più “non lineare”, dunque, a più direzioni di lettura.
4) LE TIC COME RISORSE DIDATTICHE
Ad oggi i metodi formativi sono stati basati sulla centralità dell’insegnante e sono definiti “teaching centered”. A fronte dei cambiamenti sociali e tecnologici si è sviluppato un nuovo quadro teorico di riferimento all’interno della teoria del costruttivismo, che pone il soggetto che apprende al centro del processo formativo definito “learning centered”.
In base a questo approccio la conoscenza è il frutto di una costruzione attiva da parte del soggetto che deve essere formato. L’area del sapere è strettamente collegata alla situazione concreta in cui avviene l’apprendimento e nasce dalla collaborazione sociale e dalla comunicazione tra individui.
4.1. Cosa comprendono le TIC?
In ambito scolastico le TIC si declinano in risorse didattiche per l’apprendimento e comprendono:
a) software didattici in senso stretto (software nati espressamente per la didattica);
b) strumenti software con funzionalità generali (ambienti di scrittura, ambienti autore);
c) risorse elettroniche (archivi di documenti, immagini);
d) ambienti tecnologici per l’apprendimento (sistemi di rete, piattaforme di e-learning);
e) software nati per altri fini e usati poi a scopo didattico, compresi anche i software a scopo di intrattenimento.
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