A guardare come la situazione è progredita dal punto di partenza verrebbe da pensare ad un fallimento su tutta la linea dal momento che prima il bando di concorso è stato sbugiardato dal Tar che ha ammesso anche chi non aveva i requisiti per partecipare, poi, non fosse sufficiente, sono stati ammessi anche 7000 bocciati alla prima prova, il test di preselezione, perché la soglia di ingresso agli scritti è stata ritenuta incostituzionale. Qualora non fossero già sufficienti questi eventi a contribuire alla confusione e al malumore generale, ci si è messo l’allarme meteo a rimandare le prime due date delle prove scritte, con notevole disagio per i candidati che non si vedranno nemmeno rimborsati dei danni economici subiti.
Ora che le prove scritte volgono al termine emergono, in modo sempre più evidente e frequente, irregolarità, particolari poco chiari, procedimenti approssimativi che rischiano di minare a fondo la regolarità di un concorso che ha perso progressivamente la sua credibilità agli occhi di tutti, gettando pesanti ombre sul Miur, che dopo il Tfa, va incontro ad un nuovo clamoroso insuccesso, per non dire disastro.
Durante le prove scritte si sono verificate delle problematiche che sono state affrontate in modo del tutto soggettivo dalle commissioni esaminatrici e sulle quali sarebbe bene che il Ministero si pronunciasse cosicché sia possibile stabilire una linea di condotta univoca e che non getti nel panico i candidati su cui rischia di gravare la tetra ombra dell’esclusione. Utilizzo della penna blu, correzioni in bella copia, svolgimento traccia oltre le 22 righe, consegna fogli di brutta copia, inversione quesiti, utilizzo dello stampatello; sono in definitiva questi i “dettagli” che rischiano di compromettere la validità degli elaborati consegnati.
C’è di più, infatti sono pervenute ad orizzonte scuola ed altri siti specializzati numerose segnalazioni di irregolarità che vanno dalle più palesi come l’uso dello smartphone durante l’esame fino alla discrezionalità con cui sono stati accordati i permessi per andare in bagno passando per l’utilizzo di testi non ammessi in sede d’esame come atlanti e dizionari scientifici. Insomma ce ne è per tutti i gusti, ma soprattutto ci sono le basi per ricorrere per l’ennesima volta solo che questa volta la richiesta potrebbe non essere più la sola promozione ma addirittura l’annullamento di un concorso che francamente pare viziato sotto molti punti di vista.
La situazione è paradossale visto quanto il Miur e il ministro Profumo hanno spinto per realizzare questo concorso che vede il personale sottopagato e scontento vigilare in modo inadeguato sulle classi di concorso ma soprattutto trascurare di leggere le avvertenze in tutte le classi generando così errori grossolani fra i candidatiche magari hanno usato la penna blu (vietata) anzi che nera. La colpa però non è delle commissioni, come si dice il pesce puzza dalla testa, la verità è che la disorganizzazione e la confusione nasce nei piani alti dove non c’è mai stata la sensazione che i 320 mila partecipanti al concorso sarebbero stati gestiti in modo appropriato.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento