Quello che è certo è che cambierà; infatti tutti i non abilitati che, noncuranti delle restrizioni del bando, hanno sostenuto e superato il test di preselezione possono partecipare alla prova scritta, almeno questo è quanto ha deciso la terza sezione bis del Tar del Lazio, accogliendo il ricorso presentato dal Codacons per conto di un gruppo di aspiranti docenti.
«Considerato che le prove scritte, come dal diario pubblicato dal Miur, prenderanno avvio il giorno 11 febbraio 2013 – scrivono i giudici -; ritenuto che sussistono i presupposti ex art. 56 per l’ammissione con riserva dei ricorrenti atteso che la prima camera di consiglio utile per la discussione della domanda cautelare proposta con l’istanza è prevista per il 21 febbraio 2013, vale a dire in data posteriore a quella in cui avrà inizio la prova scritta, accoglie la domanda cautelare monocratica ai fini della ammissione con riserva dei ricorrenti».
In sostanza, quindi, il Tar ha optato per consentire ai candidati senza abilitazione all’insegnamento di partecipare al concorso perché ha valutato che i presupposti per la loro adesione ci siano. «Ora – dichiara il Codacons – i candidati che avevano aderito al ricorso promosso dal Codacons, non solo hanno visto riconosciuti i propri diritti, ma potranno, al pari degli altri partecipanti, sostenere le prove scritte nonostante non siano stati convocati dal ministero dell’Istruzione».
Mentre il Codacons si gode il successo raccolto con il ricorso accolto, l’Anief dopo una serie notevole di vittoria sempre al Tar, come detto, attende di sapere i 5000 ricorrenti potranno partecipare o meno alle prove scritte, in questo caso la materia del contendere era la soglia di ammissione agli scritti, 35/50, ritenuta dal sindacato troppo alta perché in contraddizione con la normativa vigente che la fissa a 30/50.
Indipendentemente da come andrà questo ricorso, ciò che è emerso in modo chiaro è la lacunosità del bando e quindi dell’operato del ministero nel redigerlo; infatti è questa la causa di così tanti ricorsi e di questa confusione crescente, perché ha dato la possibilità agli organismi competenti di sfruttarne i buchi legislativi e di creare i presupposti di una contestazione legale, praticamente continua, della sua validità.
Il disagio che ne deriva è importante visto lo stato di esasperazione che si crea sia per quei candidati che sono in attesa di risposta e che quindi si trovano in una condizione di sospensione che lascia il loro destino nelle mani altrui, così come per chi i test li ha superati con merito e non capisce perché le sue possibilità di ottenere uno dei 11.542 mila posti fissi nella scuola si riducano con il procedere del concorso invece che aumentare.
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