“Ancora una volta la giustizia ha sanato una evidente condizione di illegittimità che aveva escluso dalle selezioni candidati che ora possono dimostrare il loro merito”, ha dichiarato soddisfatto il presidente ANIEF, Marcello Pacifico. “Questo è il secondo dei ricorsi annunciati a settembre all’indomani della pubblicazione del bando di concorso che il sindacato vince”.
Va ricordato che, al momento, è una vittoria parziale, infatti solo una ricorrente è interessata a questa pronuncia; la data cruciale è rappresentata dal 7 febbraio quando il tribunale si pronuncerà sul ricorso principale, ossia quello che riguarda 5 mila candidati che, qualora la linea interpretativa del Tar troverà conferme, potranno così partecipare a pieno titolo alle prove scritte.
Dunque gli avvocati Anief vanno a segno per la seconda volta, infatti dopo il successo ottenuto dagli avv. Fabio Ganci e Walter Miceli sui requisiti di accesso è stata la volta di Irene Lo Bue, domiciliata presso l’avv. Salvatore Russo, che strappa più di una speranza ai candidati compresi nella fascia di esclusi tra 30 e 34,5 punti.
Ad ogni modo non è finita qui, chi tra i candidati non ha ancora fatto ricorso al TAR Lazio e ha però intenzione di richiedere un decreto monocratico alla luce dell’ordinanza cautelare n. 375/13 per partecipare alle prove, previa dimostrazione di essere in possesso di un punteggio compreso tra 30 a 34,5 ottenuto con il test preselettivo, deve chiedere le istruzioni operative di adesione al ricorso alla mail proroga.soglia35@anief.net entro le ore 15 del 30 gennaio 2013, senza la possibilità di ulteriori proroghe come sottolinea orizzontescuola.
I candidati di Trento e Bolzano dovranno invece richiedere, sempre entro il 30 gennaio 2013, le specifiche istruzioni operative scrivendo a trento@anief.net.
Dunque non c’è pace per il concorsone indetto dal ministro dell’Istruzione, lentamente ma in modo costante le lacune del bando che erano emerse lampanti stanno facendo pagare un prezzo alto all’iter concorsuale che subisce arresti e cambiamenti repentini decisi dal Tar che non può esimersi dall’accogliere ricorsi fondati e condannare la lacunosità del bando e anche l’approssimazione di chi ha ritenuto fosse un documento esauriente su cui strutturare il concorso più importante mai fatto per la scuola italiana.
Ciò che dispiace realmente però è che a pagare davvero saranno i concorrenti che si trovano sballottati come pacchi ma soprattutto hanno vissuto in una logorante condizione di attesa ed inconsapevolezza di quella che sarebbe stata la propria sorte, senza sapere come organizzare lo studio e quindi come prepararsi in modo corretto al concorso. Come spesso accade in Italia pagano le colpe delle alte sfere i più deboli che si trovano stretti negli ingranaggi inesorabili e vecchi della burocrazia.
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