Ad una previsione così errata corrisponde una valutazione errata delle risorse e delle disponibilità, il ministero si trova dunque ora a fronteggiare un numero inimmaginabile di aspiranti docenti rispetto a quello preventivato e questo fa si che siano sorti reali problemi logistici nello smaltimento dei candidati. Il test preselettivo, pensato per effettuare la prima scrematura, è una prova “computer – based” che prevede obbligatoriamente che il candidato la sostenga di fronte ad un pc, ossia in una postazione informatica.
Il problema è che in Italia i pc distribuiti all’interno dell’intero sistema scuola sono appena un milione, con essi sono conteggiati anche quelli affidati a segreterie, uffici e quant’altro non sia destinato alla diretta fruizione dello studente. Per rendere meglio la problematicità della situazione basterebbe dire che a Roma a fronte di 30.000 candidati c’è disponibilità solo di circa 6.000 postazioni telematiche. Dunque è evidente che la prova verrà suddivisa in più date, come era stato previsto da subito, ma saranno molte di più di quelle che ci si aspettava e i test, con ogni probabilità, si spingeranno fin sotto alle feste di natale.
Detto delle difficoltà pratiche del ministero di far funzionare quel fiore all’occhiello che doveva essere questo concorso va fatta luce sulla popolazione dei candidati; l’analisi anagrafica infatti ne denota un dato poco incoraggiante, ossia che l’età media è vicina ai quarant’anni e che solo un terzo dei partecipanti ha già esperienze di insegnamento o sta insegnando nella scuola. Il resto, oltre 200.000 candidati, ha ottenuto la laurea prima del 2000/01, quando ancora era abilitante ed ora desidera, come chiunque vista la condizione lavorativa italiana, un posto fisso nella scuola.
Dunque pare essere tristemente sfumato l’obiettivo iniziale per il quale era stato indetto il concorso, ossia creare una scuola del futuro a partire da un organico rinnovato, che fosse più giovane e competente. I più giovani, fra l’altro, l’unico modo che hanno di accedere al maxi – concorso è ricorrere al tribunale del Tar, perché con le loro “nuove” lauree mancano di quell’abilitazione necessaria per partecipare, quindi molti sono costretti ai ricorsi e ad augurarsi che siano accolti come quello di una giovane laureata che è stata ammessa pur avendo conseguito il titolo nel 2006.
Non resta che fare l’imbocca al lupo a tutti, non per l’esame ma per il ricorso in tribunale.
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