Quello che ci interessa però non sono gli ipotetici errori che nessuno ancora ha riscontrato quanto piuttosto che, ad appena due ore dalla pubblicazione della banca dati, sia comparso sul web un software contenente non solo le 3500 domande ufficiali messe a disposizione dal ministero, ma anche le risposte esatte. E’ in vendita infatti un esercitatore simile in tutto e per tutto a quello ministeriale che a differenza di quello ministeriale rivela anche quali domande si sbagliano e quali sono le soluzioni ai quiz.
Come è possibile che esista un software che dopo appena due ore abbia potuto mettere on line domande ufficiali e soluzioni? La cosa stupisce ancora di più se si pensa all’annuncio del ministero che sbandiera una volontà di equità e di esclusione dei furbi dal concorso, la stonatura è evidente perché vuol dire che qualcosa non ha funzionato e se ha funzionato lo ha fatto davvero male. Va ricordato che il materiale presente nella banca dati ministeriale non è fruibile da chiunque ma solo da coloro che sono iscritti al concorso che possono esercitarsi previa inserzione del proprio codice fiscale nel software.
Dunque se la riproduzione delle domande e delle risposte è vietata severamente, come è possibile che una azienda riesca ad entrare in possesso di queste informazioni e tradurle in un software funzionante in grado di rilevare la correttezza o meno delle risposte date dal candidato? Il ministero dell’Istruzione ha delle responsabilità dirette in una cosa come questa? E’ possibile che sia un modo obliquo per finanziare le spese concorsuali che questa volta, a differenza del Tfa, non sono state ammortizzate direttamente dai partecipanti?
Che le banche dati del ministero abbiano subito un attacco da parte di hacker? E se così fosse perché la protezione non era adeguata a proteggere i dati che non dovevano essere di dominio pubblico? Gli interrogativi sono tanti, ma al momento quello che abbiamo, oltre la prova dell’esistenza di questo software, non sono altro che le congetture di chi si trova di fronte ad una situazione poco chiara. Sarebbe davvero un peccato se l’Italia avesse perso l’ennesima occasione per penalizzare i “furbetti” e premiare quelli davvero meritevoli.
Qui il testo della mail che prova che il software in questione è in commercio.
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