Le strutture che ospiteranno le prove “computer based” invece verranno rese note martedì 27 novembre, questo ritardo è dovuto al fatto che il ministero non era pronto a smaltire 321.210 candidati e relative prove, dunque in questi giorni il ministero sta cercando di correre ai ripari e reperire quegli spazi adeguati perché tutti i candidati svolgano il quiz nei due giorni previsti. Con ogni probabilità vista la ristrettezza dei tempi e la mole di partecipanti le scuole, università e tutti gli spazi che saranno messi a disposizione vedranno molti turni giornalieri, almeno 4 nelle previsioni ministeriali.
Domani non saranno rese note solo le sedi dove sostenere il test; infatti il ministero renderà pubbliche le proprie banche dati ai candidati ma anche qui si è verificata una sorpresa, saranno disponibili i test, i risultati ma non sarà possibile avere il riscontro su quali domande si sono fatte bene e quali si sono sbagliate. Quello che i futuri docenti si troveranno di fronte saranno 70 blocchi da 50 domande, per un totale di 3500 quiz, dunque 70 simulazioni di prova che i candidati potranno svolgere integralmente o solo in parte a seconda dell’esigenza.
L’accesso alle prove sarà possibile effettuarlo mediante inserimento del codice fiscale e il candidato ad ogni accesso avrà sempre sott’occhio la propria pagina personale, con tanto di segnalibro che mostrerà quali simulazioni sono già state effettuate. Ad ogni modo quelle già svolte si potranno continuare a ripetere a piacimento però, come detto, non sarà possibile sapere quali risposte si sbagliano nel dettaglio l’unico metodo di confronto plausibile resta la ricerca delle risposte partendo dalla domanda.
Questo oscuramento volontario delle risposte da parte del ministero, sulla carta, è finalizzato a premiare il merito e non l’astuzia “è un modo– dichiara un rappresentante del ministero dell’istruzione – per evitare una preparazione troppo mnemonica. I candidati avranno davanti lo stesso software che useranno il giorno della preselezione e potranno prenderci la mano “. Se l’intento è nobile ,da una parte, perché l’obiettivo è garantire che non ci siano raggiri e parità di possibilità ad ogni candidato, dall’altra qualche dubbio lo lascia.
Pensate al disastro delle domande del Tfa, tutta quella serie di quesiti, ambigui, incerti, addirittura sbagliati, se si dovesse ripetere questa situazione anche nelle batterie di test preparatori alla prima prova, l’effetto ottenuto sarebbe semplicemente fuorviante. Il ministero indubbiamente corre un rischio e perché sia un rischio calcolato dovrà, per correttezza, fornire tutte le garanzie del caso ma soprattutto metterci la faccia se le cose dovessero andare male.
Ricordiamo che la prova sullo schermo di ogni candidato consterà di 50 quesiti a risposta multipla con 4 opzioni di risposta, di cui una sola corretta; i quesiti sono divisi in queste quantità: 18 atti a testare le capacità logiche, 18 di comprensione del testo, 7 di competenze informatiche e 7 di competenze linguistiche in merito ad una lingua straniera comunitaria scelta, ovviamente, dal candidato.
E’ stata redatta anche una tabella che rende nota la valutazione delle varie risposte possibili, sarà accordato un punto alla risposta corretta, nessuno a quella non data, e un malus di – 0,5 per ogni risposta errata; la prova si ritiene superata solo con un punteggio pari o superiore ai 35/50 che, secondo una semplice equazione matematica, equivale ad un 6 abbondante, quindi bisognerà essere più che sufficienti se si vuol sperare di andare avanti.
Il non raggiungimento della soglia richiesta comporta naturalmente l’esclusione dal concorso.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento