Fino a qui nessun problema, se non che il ministero, appena messo a disposizione il software per esercitarsi, aveva lapidariamente affermato a mezzo di un proprio collaboratore, dichiarazione per altro riportata da orizzonte scuola, che le risposte corrette del test, così come il punteggio ottenuto, erano stati deliberatamente oscurati “ per evitare una preparazione troppo mnemonica. I candidati avranno davanti lo stesso software che useranno il giorno della preselezione e potranno prenderci la mano”.
Ieri però è successo qualcosa di inaspettato, dopo questo annuncio e il divieto di rendere note le domande del test, ha fatto la sua comparsa sul mercato un software identico, in tutto e per tutto, a quello ufficiale del ministero che però, più di quello del ministero, fornisce punteggio, risposte sbagliate ma soprattutto risposte corrette, con buona pace del zelante funzionario e del ministero stesso. La cosa però non è chiara e non si capisce come una azienda di software possa infrangere così facilmente, ma soprattutto rapidamente, un divieto ministeriale.
La storia però oggi assume connotati grotteschi quasi, su orizzonte scuola compare testualmente ” gli appelli da parte di Orizzonte Scuola hanno sortito i loro effetti. Il Ministero nella giornata di ieri ha configurato una diversa modalità di esercitazione, nella quale alla fine di ogni test il candidato riceve l’elenco delle domande con la risposta date le indicazioni esatta/errata”. Dunque bastano le pressioni di un sito, di un forum, per far cambiare opinione al Ministero? Non sarebbe grave se fosse così, se le istituzioni si rivelassero una sorta di banderuola che si gira a seconda del vento?
Inoltre siamo sicuri che il giallo di ieri sull’azienda che produce un software competitivo, anzi molto più competitivo di quello ministeriale, non abbia spinto il ministero stesso a rivedere le proprie scelte e a spingersi ad un compromesso che però, dati di fatto alla mano, ne peggiora ulteriormente la posizione perché lo fa apparire privo di capacità decisionale e autorità? Non saprei quale delle due ipotesi sarebbe migliore o peggiore, quel che è sicuro che la credibilità di questo test, a meno di 48 ore dalla fuoriuscita della banca dati ministeriale, è minata profondamente sin dalle basi.
Il timore che si potesse riproporre il disastro del Tfa alla vigilia c’era, e lo abbiamo sempre paventato, ma mai ci si sarebbe aspettato che potessero nascere situazioni così torbide e poco chiare che danno adito alle peggiori illazioni da parte di chi si deve preparare e partecipare al test. L’equità, la parità, la trasparenza, tanto ostentate dal Ministero dell’Istruzione, dallo stesso ministro Profumo, dove sono finite? Sembrano un pallido ricordo, anzi, una vana promessa che si è già infranta brutalmente, speriamo per i 321.210 candidati che la verità su questa brutta pagina dell’istruzione italiana emerga in fretta.
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