Ciò che emerge da una prima analisi del testo del decreto, è che, al suo interno, non sono presenti riferimenti di nessun tipo alle modalità secondo le quali sarebbero state selezionate le cattedre da assegnare tra regione e classi di concorso.
L’unica informazione che si conosce in merito alle divisioni dei posti per regione e per classi viene dai sindacati che hanno partecipato all’ incontro con l’entourage del ministro Profumo che hanno riferito che la ripartizione si fonda sulle proiezioni pensionistiche degli anni futuri. Questo fenomeno, nella recente immediatezza, avrebbe portato più posti al Sud che al Nord perché era il sistema pensionistico a determinare questa indicazione, così i tecnici del governo hanno redatto le tabelle ministeriali basandosi su questo dato.
Nella redazione definitiva del bando ufficiale, tuttavia, la suddivisione dei posti ha registrato un taglio netto per le regioni del Sud Italia, quella che ha risentito di più è stata la Sicilia, leader negativo con il suo passaggio dal 1600 a 1200 posti. La decurtazione dei posti ha riguardato ogni ordine e grado, quindi è stata applicata su tutta la linea.
Nelle altre regioni del meridione la situazione che si presenta è la seguente; in Calabria sono stati persi 90 posti nella scuola primaria (da 292 a 202), in Campania si va dai 543 ai 160 posti. Contestualmente a questo caldo dei posti al Sud corrisponde un aumento di posti in Lombardia, Emilia – Romagna (dove il dato sale da 148 a 311 posti), in Friuli Venezia Giulia, così come in Piemonte del resto si incrementa da 136 a 201 posti.
Nelle classi di concorso spesso il cambiamento dei numeri dei posti disponibili assomiglia ad una rifinitura, ma ci sono casi, come quello della classe di concorso A033, tecnologia per intendersi, dove si sono verificate vere e proprie emorragie; la Campania perde 10 posti su 116, la Sicilia altri 10 su 96. In regioni come il Piemonte si registra, invece, una crescita di 12 posti, e incrementi sono rilevati anche in Toscana e Lombardia.
La percentuale dei tagli è ancora più sensibile nella fascia di posti per il sostegno, in Sicilia infatti sono stati tagliati 10 posti su 51 disponibili, più del 20% in proporzione; questi posti li ritroviamo ben suddivisi tra Emilia – Romagna ( +3), Friuli (+2), Lombardia (+4), Piemonte (+4).
Dunque si è registrata un’opera sistematica di decurtazione dei posti disponibili per il concorso, sarebbe importante vista la rilevanza dei tagli che si faccia chiarezza su quali siano stati i criteri oggettivi adottati che hanno generato l’attuale ripartizione delle cattedre. Se fosse reso noto ciò sarebbe interessante anche la spiegazione del perché le previsioni siano differite tanto dalle reali assegnazioni, di modo che possano essere fugati tutti i dubbi su eventuali ragioni e ripicche politiche, a cui purtroppo siamo da troppo tempo abituati.
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