Il concorso ha come obiettivo la selezione di 16 mila laureati in legge, economia e commercio e scienze politiche da affiancare al giudice per un supporto nelle attività preparatorie del giudizio e per velocizzare la redazione dei provvedimenti.
Concorsi Ministero della Giustizia: dal Recovery Plan oltre 20mila posti
Vediamo ora nel dettaglio tutte le novità relative al Concorso Ministero Giustizia per il 2021 e gli ultimi aggiornamenti del decreto Reclutamento.
Concorso Ministero Giustizia: posti disponibili
L’Articolo 11 del decreto sottolinea l’apertura di queste procedure di reclutamento nel periodo 2021-2024 e suddivise in due scaglioni, di un contingente massimo di 16.500 unità di addetti all’ufficio per il processo, con contratto di lavoro a tempo determinato della durata massima di due anni e sette mesi per il primo scaglione e di due anni per il secondo.
La durata dell’incarico, sempre a tempo determinato, dipende quindi dallo scaglione di appartenenza:
- due anni e sette mesi per il primo;
- due anni per il secondo.
Il contingente di 16.500 posti a concorso è composto dai seguenti profili professionali:
- funzionari amministrativi – area III – posizione economica F1;
- funzionari informatici – area III – posizione economica F1;
- funzionari statistici – area III – posizione economica F1;
- assistenti informatici – area II – posizione economica F2.
Concorso Ministero Giustizia: requisiti
Requisito indispensabile per poter candidarsi al Concorso Ministero Giustizia è il possesso di un titoli di studio di laurea triennale/magistrale/diploma di laurea (di vecchio ordinamento) in giurisprudenza.
Sono richiesti anche:
- conoscenza di una lingua straniera;
- conoscenza dell’uso delle apparecchiature e delle applicazioni informatiche di office automation più diffuse.
In riferimento ad una quota dei posti a concorso da indicarsi nel bando in arrivo sono valide anche la laurea/diploma di laurea in economia e commercio e scienze politiche o titoli equipollenti o equiparati.
Concorso Ministero Giustizia: valutazione titoli e prove
La preselezione del Concorso Ministero Giustizia avverrà sulla base di un’unica valutazione dei titoli, e l’unica prova scritta prevista potrà essere sostenuta solo da chi raggiungerà un determinato punteggio.
I titoli valutati saranno i seguenti:
- votazione relativa al solo titolo di studio richiesto per l’accesso;
- ulteriori titoli universitari o in ambiti disciplinari attinenti al profilo messo a concorso;
- eventuali abilitazioni professionali;
- il positivo espletamento del tirocinio presso gli uffici giudiziari ai sensi dell’articolo 73 del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, per il solo profilo di cui all’articolo 1;
- il servizio prestato presso le Sezioni specializzate su immigrazione, protezione internazionale, libera circolazione nell’Ue, quali research officers, nell’ambito del Piano operativo dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo – EASO, per i soli profili di cui all’articolo 11 e all’articolo 13 comma 2, lettera h).
Come sottolineato dal decreto in Gazzetta, dopo la valutazione dei titoli sarà svolta una sola prova scritta, che consisterà nella somministrazione di quesiti a risposta multipla e potrà essere svolta tramite tecnologie digitali.
Concorso Ministero Giustizia: cosa prevede il Recovery Plan
Dei 248 miliardi stanziati per il Recovery Plan (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), si prevede l’utilizzo di 2,4 miliardi di euro per il fronte della Giustizia. Questi progetti riprendono le proposte inizialmente presentate dal precedente ministro Bonafede nella Relazione del Ministro sull’amministrazione della giustizia per l’anno 2020, proposte che vedevano oltre 20 mila assunzioni in ballo.
Tra questi, si contano 16.500 posti offerti a tempo pieno e determinato a personale qualificato (laureati in legge, economia e commercio e scienze politiche), a cui si affiderà il compito di collaborare allo studio della controversia e della giurisprudenza pertinente, di predisporre le bozze di provvedimenti, di collaborare alla raccolta della prova dichiarativa nel processo civile. In particolare il piano prevede il rafforzamento “dello staff del magistrato con professionalità in grado di collaborare in tutte le attività collaterali al giudicare (ricerca, studio, monitoraggio, gestione del ruolo, preparazione di bozze di provvedimenti)”.
Concorso Ministero Giustizia: assunzioni per titoli
Il progetto di assunzione di 16.100 laureati da integrare negli Uffici del processo non prevede la pianificazione e lo svolgimento di alcuna prova d’esame. Nel documento inviato alla Commissione europea si legge infatti che: “Al fine di rafforzare le linee di progetto appena evidenziate, si intende procedere, con norme semplificate, alle assunzioni degli addetti all’ufficio del processo. In particolare per garantire la necessaria speditezza del reclutamento, l’Amministrazione procede alle assunzioni mediante concorsi pubblici per soli titoli, da svolgere su basi distrettuali”.
Dunque le figure qualificate che saranno assunte con il Concorso Ministero Giustizia nell’ufficio del processo saranno selezionate solamente attraverso la valutazione dei titoli.
A seguito della conclusione del lavoro a contratto determinato, l’amministrazione potrà rilasciare un’attestazione di “lodevole servizio” nel caso in cui il dipendente avrà svolto il triennio di occupazione sempre nello stesso ufficio. Il Recovery Plan specifica inoltre che “l’amministrazione giudiziaria, nelle successive procedure di selezione per il personale a tempo indeterminato, possa prevedere l’attribuzione di un punteggio aggiuntivo in favore dei candidati in possesso dell’attestazione di lodevole servizio”.
Oltre a questo, l’assegnazione del lodevole servizio potrà essere utilizzato come:
- titolo di preferenza a parità di merito nei concorsi indetti dal Ministero della giustizia o da altre amministrazioni dello Stato,
- titolo per l’accesso al concorso per magistrato ordinario.
Per ulteriori informazioni leggi il decreto legge del 9 giugno 2021, n. 80.
Riforma concorsi pubblici, emendamento sulla valutazione dei titoli: le novità
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