Dopo il tira e molla sulla date, infine confermate, erano 365 i posti disponibili in magistratura, messi a bando con il concorso più atteso dalle aspiranti toghe. Tanto è vero che ai blocchi di partenza si sono presentati un numero di iscritti venti volte superiore a quello dei futuri vincitori.
Insomma, già di per sé, dando per assunto che tutto si sarebbe svolto nella massima regolarità, un compito davvero difficile attendeva gli oltre 7mila candidati – sulle 20 domande – che hanno presentato domanda di trovare un posto in Procura.
Purtroppo, però, è arrivata prima la Procura da loro, che non il contrario. Già al terzo giorno consecutivo di prove, infatti, lo scorso venerdì 27 giugno, si sono sollevate forti rimostranze a opera di alcuni iscritti, che lamentavano palesi irregolarità nello svolgimento del test.
Tutto ciò, nonostante fossero state prese le solite precauzioni per questo genere di appuntamenti: ritiro coatto degli smartphone a tutti i candidati, divisione delle singole postazioni per evitare collaborazioni e gli altri accorgimenti contro i soliti furbetti.
E invece, qualcosa dev’essere andato storto, dal momento che molti dei candidati hanno denunciato comportamenti al limite dell’incredibile, con concorrenti pizzicati a consultavare indisturbati codici commentati, o, ancora, veri e propri gruppetti organizzati per risolvere la prova in comune, che si sarebbero visti soltanto rimproverare il rumore procurato. E tutto ciò, nell’indifferenza dei vigilanti: nessuna misura sarebbe infatti stata presa dai magistrati presenti, né provvedimenti disciplinari per i rei che, sotto gli occhi di tutti, avrebbero fatto il proprio comodo nelle ore di test.
Peccato, però, che l’assenza di smartphone o altri dispositivi in grado di registrare fosse stata inibita al candidati, cosicché i coraggiosi che hanno gridato il proprio sdegno in Procura non hanno potuto portare prove concrete a suffragio. O, meglio, gli unici a cui era stato consentito tenere di nascosto i telefonini, sarebbero stati quei pochi favoriti dai commissari. Nel frattempo, il Codacons ha chiesto di poter consultare i verbali della commissione. Intanto, dal governo silenzio completo sulla faccenda.
Lunedì, potrebbe tenersi un nuovo episodio: i concorrenti del concorso magistratura 2014 hanno infatti indetto una protesta simbolica in piazza, mentre in rete si ingrossa la rabbia dei tantissimi indignati per le scene viste in sede d’esame, ormai condivise tra i tanti aspiranti che si sentono defraudati del sogno della vita.
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