Concorso Dirigente Scolastico: le competenze nel diritto amministrativo

Redazione 01/09/16
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Approfondimento estratta dal seguente volume:

La Costituzione italiana, all’art. 97, stabilisce i principi di buon andamento e d’imparzialità dell’attività amministrativa. Tale articolo recita: “Le pubbliche amministrazioni, in coerenza con l’ordinamento dell’Unione europea, assicurano l’equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico. I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione.

Nell’ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari. Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”.

Il principio del buon andamento

Il principio del buon andamento è un concetto metagiuridico che riguarda non solo la “buona amministrazione”, come viene specificato anche dall’art. 41 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (Carta di Nizza), ma anche una buona gestione finanziaria. La Carta di Nizza, all’art. 41 (Diritto a una buona amministrazione) afferma: “Ogni individuo ha diritto a che le questioni che lo riguardano siano trattate in modo imparziale, equo ed entro un termine ragionevole dalle istituzioni e dagli organi dell’Unione (co. 1).

Tale diritto comprende in particolare: il diritto di ogni individuo di essere ascoltato prima che nei suoi confronti venga adottato un provvedimento individuale che gli rechi pregiudizio, il diritto di ogni individuo di accedere al fascicolo che lo riguarda, nel rispetto dei legittimi interessi della riservatezza e del segreto professionale, l’obbligo per l’amministrazione di motivare le proprie decisioni (co. 2).

Ogni individuo ha diritto al risarcimento da parte della Comunità dei danni cagionati dalle sue istituzioni o dai suoi agenti nell’esercizio delle loro funzioni conformemente ai principi generali comuni agli ordinamenti degli Stati membri (co. 3). Ogni individuo può rivolgersi alle istituzioni dell’Unione in una delle lingue del trattato e deve ricevere una risposta nella stessa lingua” (co. 4).

Il buon andamento, per la Corte Costituzionale, rappresenta, poi, la confluenza e la congruità tra una decisione concreta e l’interesse pubblico, che è affidato alla pubblica amministrazione. In base alla Legge 241 del 1990, esso è, però, collegato all’economicità e all’efficacia di un procedimento. Il principio della “imparzialità dell’amministrazione” ha attinenza soprattutto con l’attività di comparazione tra gli interessi che si riferiscono a un episodio d’esercizio del potere e le possibili scelte discrezionali.

L’amministrazione deve, in base al buon andamento, agire convenientemente e in conformità al principio dell’imparzialità; non può essere faziosa né perseguire interessi privati e, nello stesso tempo, collettivi. Ogni amministrazione deve, infine, applicare il principio di responsabilità.

Il principio di responsabilità

L’art. 28 della Costituzione, a tal proposito, recita: “I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici”.

Il principio d’imparzialità

Il principio d’imparzialità s’interseca direttamente con quello di legalità, mentre quello del buon andamento del procedimento è un principio che si ricollega all’ordinamento comunitario e si basa sulla certezza del diritto e sul legittimo affidamento.

Il primo (principio d’imparzialità), sancito anche dalla Legge n. 69 del 2009, è un elemento di annullabilità di un atto, per “violazione di legge” e non più per “eccesso di potere”. Questo vincola la pubblica amministrazione ad agire sempre per perseguire l’interesse pubblico e a “non farsi parte”. Il principio del buon andamento viene inquadrato nella legge come:

– obbligo di conclusione del procedimento;

– obbligo di motivare la decisione;

– obbligo d’individuare un responsabile;

– diritto di partecipazione e di accesso.

La SCIA

L’obbligo di segnalazione certificata d’inizio attività (SCIA), vale a dire l’avviso di avvio del procedimento, e l’obbligo di stabilire la conclusione del provvedimento individuano la tempestività della procedura. La Legge n. 69 del 2009 ha ridotto (articoli 7 e 8) sensibilmente i termini di conclusione dei procedimenti.

Il principio di partecipazione

Il principio che in maggior misura modifica il rapporto tra utente e amministrazione, è quello di partecipazione, che corrisponde in gran parte agli “istituti giuridici” dell’accesso, dell’obbligo di motivazione, dell’obbligo di comunicazione, dell’avvio del procedimento, dell’obbligo d’individuazione di un responsabile e della conclusione del procedimento, in altre parole a tutti quegli atti che consentono al cittadino di partecipare all’evoluzione e alla costituzione del procedimento, nel momento in cui questo ricade sulla sfera dei suoi diritti personali (titolo III della Legge n. 241 del 1990).

L’art. 11 della legge, dal punto di vista giuridico, adombra sicuramente la possibilità di “accordi integrativi e sostitutivi del provvedimento”. Il principio della partecipazione si riferisce soprattutto alla scuola, nell’ottica non solo della collegialità, già prevista, in verità, negli anni Settanta con i Decreti delegati, ma anche nella prospettiva dell’esercizio della possibilità di partecipare alla definizione dell’offerta formativa e di tutti gli atti che si riferiscono al servizio scolastico, sia nel senso ristretto sia nell’esercizio del diritto di scelta.

Il principio del buon andamento, introducendo i concetti di efficacia (rapporto tra obiettivi e risultati raggiunti), di efficienza (rapporto tra obiettivi e strumenti impiegati per perseguirli) e di economicità (rapporto tra mezzi impiegati e massima ottimizzazione), mette in risalto il modo con cui l’azione della pubblica amministrazione possa, secondo il decreto Brunetta n. 150 del 2009, sottoporre a controllo i risultati.

Per sapere quali sono le competenze scolastiche che il dirigente scolastico deve avere nel diritto civili e costituzionale si consiglia il seguente manuale:

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