“Attuazione della direttiva 2011/83/UE sui diritti dei consumatori, recante modifica delle direttive 93/13/CEE e 1999/44/CE e che abroga le direttive 85/577/CEE e 97/7/CE. (14G00033)”: questo il nome del provvedimento che va a rinnovare il comparto dell’e-commerce, in base alle direttive europee in materia che hanno cercato di ridefinire la disciplina del settore in forte crescita.
Le novità più rilevanti interessano da vicino i consumatori, più che le imprese e le attività commerciali. Per i clienti degli shop online, infatti, viene innanzitutto allargato il diritto di recesso, con la possibilità per l’acquirente di recedere dal contratto di compravendita entro i 14 giorni utili dalla transazione. Ciò sarà possibile per mezzo di una semplice dichiarazione, oppure tramite il riempimento del modulo standard, secondo quanto descritto nel Codice del Consumo. Dopo le prime due settimane, ne correranno due ulteriori per provvedere alla restituzione della merce e vedersi riconosciuto il rimborso.
Dall’altra parte, il gestore dell’attività web che si vede recapitare una richiesta simile da uno dei suoi clienti, avrà a sua volta 14 giorni per portare a termine il rimborso che spetta di diritto alla controparte se preteso entro i nuovi termini di legge. Per il titolare, comunque, rimane valida la cautela dell’avvenuta spedizione della merce da parte del cliente pentito: fino a che non sarà stato certificato l’invio, il rimborso potrà essere conservato dal negoziante.
Di contro, all’acquirente spetterà il costo della spedizione di ritorno, sempre che il venditore lo abbia informato dell’onere: viceversa, sarà sempre quest’ultimo a doversi accollare l’importo del rientro della merce.
In caso di mancanza di informazioni relative al diritto di recesso da parte del negoziante al cliente, la parentesi entro cui è possible rispedire indietro la merce si considera chiusa entro i primi dodici mesi.
Secondo le nuove direttive sull’e-commerce, poi, potrebbero cambiare le pagine e i comandi di acquisto online sui maggiori siti web come Amazon o Ebay: ora il tasto “Ordina”, potrebbe essere sostituito con qualcosa di più esplicito, come “Ordina con obbligo di pagamento”. Secondo una delle nuove norme, infatti, l’inoltro dell’ordine deve rendere il cliente assolutamente certo dell’obbligo di versare il dovuto al negozio. Va da sé che il mancato rispetto di questo principio comporta l’assoluzione dall’obbligo di pagamento per il cliente.
Il venditore, poi, dovrà esplicitare in maniera chiara e immediatamente comprensibile la serie dei metodi di pagamento accettati e sarà obbligato a confermare il contratto entro la consegna del prodotto, in caso di acquisto, o, diversamente, prima dell’inizio del servizio.
Infine, cambiano anche le regole sul rischio o il danneggiamento del materiale: solo quando il cliente entra in possesso delal merce il rischio non imputabile al negozio viene trasferito sull’acquirente.
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