Conseguentemente – con la soppressione nel 2006, ad opera della Corte costituzionale, di quella fase processuale, là dove si doveva decidere se l’azione di accertamento era opportuna o meno – è possibile far dichiarare dal tribunale la paternità naturale.
La ricerca della paternità si basa sul principio di libertà di prova; per detta finalità, quindi, si può utilizzare qualsiasi mezzo idoneo a dimostrare l’epoca del concepimento, la persona concepita e la partecipazione a detto concepimento del soggetto chiamato in giudizio per la dichiarazione di paternità.
Non si considera prova la dichiarazione della madre e l’esistenza di una relazione tra questa e il presunto padre, ma detti elementi, se rafforzati da altre circostanze, possono fondare la decisione del giudice.
Si fa riferimento alla notorietà del rapporto affettivo tra il presunto padre e la persona a favore della quale si chiede la dichiarazione di paternità, al fatto che quest’ultimo sia stato trattato come figlio e alla mancanza della prova dell’exceptio plurium concubentium .
Negli ultimi anni le indagini ematologiche e genetiche sono, per l’alto grado di probabilità, diventate la prova regina e possono essere disposte o ammesse anche prima di avere assunto le prove storiche.
Non solo. ll giudice può trarre elementi di convincimento – anche in carenza di prove di rapporti sessuali tra le parti e di raggiunta prova dell’exceptio plurium concubentium – dall’ingiustificato rifiuto di sottoporsi al trattamento sanitario (cfr., caso Maradona).
A ben vedere, l’evoluzione della scienza ha contribuito a far crescere il numero dei genitori, ma non quello dei padri.
Sulla terra ci sono tanti genitori e pochi padri; il legame di sangue, senza amore e amicizia, è una vera idiozia.
Messo da parte ogni discorso giuridico, oggi che non ho più un padre, posso dire, ancora una volta, che il sodalizio umano è fatto di fratelli e sorelle senza padri: ognuno è padre se degno di fiducia, di amore e di amicizia.
Gli ultimi giorni ho guardato sorpresa mio padre, non tanto per quello che diceva, ma perché in tanti anni non l’avevo mai sentito così loquace. Piuttosto avevo notato il suo sorriso breve e i suoi discorsi appena accennati, che capivo al volo.
Ora che lo stesso pensiero ci aveva scavato dentro, era facile comunicare anche senza parole.
Mi fermavo muta, a qualche passo da lui, avevo l’impressione che stesse aspettando che io finissi di pensare.
Intanto, trattenevo il fiato e non riuscivo a fare nessun movimento, mi sembrava di stare dietro una porta a origliare profezie terribili.
Il mio silenzio coincise con la sua fine.
Ma in quel momento assistevo alla nascita di un sentimento nuovo che mi legava a lui in una dilagante dolcezza.
Oggi il sordo dolore si è tramutato in energica malinconia.
Io ho avuto un padre.
Ho conosciuto quel sentimento raro che infiammò Chaplin alla vista del monello. Mio padre, come Ettore, per abbracciarmi, aveva deposto l’armatura, dando prova di voler essere padre.
Io appartengo al presente, ma il mio presente ha il cuore e gli occhi di mio padre.
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