Ora si attende il passaggio alla Camera e il responso per l’approvazione definitiva.
Approfondiamo la questione.
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Chiamata diretta docenti: cos’è
La chiamata diretta docenti è parte della Legge 107/2015, la cosiddetta Buona Scuola, approvata dal governo Renzi.
Riporta il Corriere.it: “La chiamata diretta era stata introdotta dalla Buona Scuola di Renzi per provare ad assegnare i docenti giusti alle scuole: incrociando cioè il curriculum degli insegnanti e le esigenze dei dirigenti, i professori senza una cattedra fissa potevano trovare una collocazione adatta. Almeno nell’idea iniziale della legge 107. La realtà era stata un po’ diversa: perché molti docenti che avevano dato la propria disponibilità anche a colloquio con i presidi, poi in realtà si tiravano indietro per motivi di trasferimenti, malattie, richieste di avvicinamenti. E così finivano per lasciare le scuole in panne. Sulla carta, insomma, un ottimo sistema per premiare meriti e competenze. Nella realtà, non era mai riuscita a tradursi in un efficiente meccanismo, tant’è vero che già un anno dopo i sindacati l’avevano smontata. E adesso arriva una legge che la sopprime del tutto”.
In sintesi, si parla di chiamata diretta quando il Dirigente Scolastico convoca un docente senza rispettare le graduatorie.
Non confondiamo la chiamata diretta con la messa a disposizione, che permette invece di convocare candidati solo dal momento in cui siano esauriti i nominativi in graduatoria.
Chiamata diretta docenti: il provvedimento
Venerdì 19 Luglio nell’incontro a Palazzo Chigi per discutere dell’Autonomia differenziata è stata trovata l’intesa per l’abolizione dell’articolo della L. 107/2015 contenente disposizioni sull’assunzione diretta docenti su base regionale e il riferimento agli ambiti territoriali.
Il provvedimento, considerato troppo discrezionale e inefficiente, è stato approvato in Senato con 146 si, 66 no e 9 astenuti.
Ora il passaggio alla Camera, dopodichè i docenti vedranno l’assegnazione delle sedi tramite graduatoria.
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