Il 17 marzo scorso scadeva il termine entro il quale i datori di lavoro in qualità di sostituti d’imposta erano tenuti a trasmettere ai dipendenti la Certificazione Unica 2025 (CU), attestante i redditi percepiti nel corso del periodo (anno) d’imposta 2024.
Considerata la mole di Certificazioni uniche che spesso le aziende sono tenute a trasmettere e la quantità di dati in esse contenute, può accadere che il lavoratore trovi uno o più errori o aspetti su cui vorrebbe dei chiarimenti da parte del datore di lavoro o del soggetto che si è occupato dell’elaborazione dei modelli.
Altra ipotesi è quella di chi, ancora oggi, non ha ricevuto la CU, causa dimenticanza dell’azienda.
Analizziamo in dettaglio come comportarsi.
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Indice
L’importanza della CU 2025
La Certificazione Unica ha il merito di attestare in maniera ufficiale al dipendente:
- l’ammontare delle somme in denaro riconosciute dall’azienda in busta paga;
- il valore dei beni e servizi erogati sotto forma di retribuzione in natura;
- i contributi previdenziali trattenuti e versati;
così da permettere l’elaborazione della dichiarazione dei redditi, da trasmettere all’Agenzia delle entrate a mezzo modello 730 o Redditi Persone Fisiche.
Al tempo stesso, la CU inviata all’Agenzia consente a quest’ultima l’elaborazione delle dichiarazioni dei redditi precompilate.
Ne consegue che un modello errato o non ricevuto dal dipendente comporta notevoli disagi, in termini di:
- calcolo errato o incompleto delle imposte sul reddito in 730;
- elaborazione errata o incompleta della dichiarazione dei redditi precompilata da parte dell’Agenzia Entrate.
Se non sei dipendenti, ma pensionato, devi scaricare la CU dal sito Inps.
Certificazione unica sbagliata: cosa fare
Il dipendente che si accorge di aver ricevuto una Certificazione unica sbagliata, con all’interno errori, è tenuto a segnalarlo immediatamente, a seconda delle dimensioni dell’azienda e dell’organizzazione interna, in alternativa:
- al datore di lavoro;
- all’ufficio personale;
- al proprio responsabile diretto;
- al professionista esterno incaricato dell’elaborazione e invio delle CU;
Insieme al soggetto destinatario della segnalazione il dipendente analizza l’errore. Se risulta effettivamente un dato errato nella Certificazione Unica, posto che la stessa è utilizzata per l’elaborazione della dichiarazione dei redditi, è necessario che il datore di lavoro o l’intermediario incaricato:
- corregga la CU e la invii all’Agenzia Entrate;
- trasmetta la CU corretta al dipendente.
Certificazione unica 2025 non ricevuta: cosa fare
Entro la scadenza ordinaria del 16 marzo, slittata a lunedì 17 trattandosi di domenica, i sostituti d’imposta erano tenuti a:
- inviare le Certificazioni Uniche relative ai redditi di lavoro dipendente, ai redditi di lavoro autonomo non esercitato abitualmente e ai redditi diversi all’Agenzia Entrate;
- consegnare le Certificazioni Uniche ai soggetti percipienti.
Il dipendente, una volta verificata l’assenza del modello nei canali di comunicazione utilizzati dall’azienda (ad esempio l’indirizzo mail), è opportuno che si rivolga al datore di lavoro e agli altri soggetti indicati nel paragrafo precedente, segnalando l’omesso invio nei termini della Certificazione Unica.
CU 2025 errata o inviata in ritardo
Il dipendente, al fine di ottenere riscontro a quanto richiesto, è tenuto a ricordare al datore di lavoro, all’ufficio personale o agli altri suoi interlocutori l’obbligo in capo al sostituto d’imposta di trasmettere nei termini una Certificazione Unica corretta, pena l’applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie, a seguito di apposita segnalazione del dipendente stesso all’Agenzia Entrate.
La normativa (articolo 11, comma 1, lettera a, Decreto Legislativo numero 471/1997) contempla infatti una sanzione amministrativa pecuniaria da 250,00 a 2.000,00 euro a fronte della mancata consegna al lavoratore nei termini ovvero di consegna di un modello inesatto o non veritiero.
Si ricorda inoltre che ulteriori sanzioni sono previste nei confronti del datore di lavoro, in caso di omesso invio delle CU all’Agenzia Entrate ovvero di invio tardivo o errato. In queste situazioni, infatti, opera una sanzione amministrativa di 100,00 euro per ogni certificazione, con un massimo di 50 mila euro per sostituto d’imposta.
Nelle ipotesi di errata trasmissione della CU la sanzione non opera se l’invio è effettuata entro i 5 giorni successivi al termine di scadenza.
A fronte di una trasmissione errata o omessa, se il modello è inviato entro 60 giorni dal termine, la sanzione si riduce a un terzo (33,33 euro), con un massimo di 20 mila euro.
CU ordinaria o sintetica: cosa chiedere all’azienda
Nelle ipotesi di omessa consegna della CU, il dipendente è opportuno che chieda all’azienda il modello effettivamente spettante.
Si precisa infatti che per la consegna al soggetto contribuente dev’essere utilizzato il modello CU sintetico, caratterizzato da un numero inferiore di informazioni rispetto alla CU ordinaria, destinata invece all’Agenzia Entrate e utilizzata per la predisposizione delle dichiarazioni dei redditi precompilate.
Cessazione del rapporto di lavoro: scadenze CU 2025
Un caso particolare riguarda i dipendenti con rapporto di lavoro che cessa nel corso dell’anno e che necessitano della Certificazione Unica rilasciata dal precedente datore di lavoro.
Quest’ultimo è tenuto a consegnare il modello sintetico entro 12 giorni dalla richiesta dell’interessato.
Questo significa che i dipendenti il cui rapporto di lavoro si chiude (a prescindere dalla causa all’origine dell’evento) nel corso dell’anno corrente, hanno il diritto di ottenere dal precedente datore di lavoro la CU relativa ai redditi 2025 (anche se i termini di invio scadranno nel 2026) entro 12 giorni dalla richiesta.
Il sostituto consegna al dipendente le sole parti della CU riguardanti le tipologie di redditi effettivamente erogati.
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Foto copertina: istock/scyther5
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