Semaforo verde all’ipotesi di rinnovo del nuovo CCNL statali, siglata per il triennio 2022/24. A sorpresa la firma c’è stata, dopo che lo scorso lunedì 28 ottobre i sindacati si erano rifiutati di aderire alla proposta. La trattativa invece ha avuto ieri 6 novembre 2024 un diverso risvolto.
La maggioranza raggiunta al tavolo del negoziato è stata del 54,6%, senza Cgil e Uil, ma comunque sufficiente per varare definitivamente l’accordo di rinnovo.
Il nuovo CCNL del personale comparto Funzioni Centrali 2022/2024 vede per il triennio molte novità, a partire dalla settimana lavorativa corta di 4 giorni all’erogazione dei buoni pasto anche in smart working, fino ad aumenti di stipendio (che non raggiungono l’entità richiesta dai sindacati), che si attestano su una media di 165 euro mensili, per 13 mensilità.
Partendo proprio dagli aumenti sulle retribuzioni dei dipendenti PA, ecco i punti cardine del nuovo CCNL statali.
Indice
CCNL statali 2022/24: aumenti stipendio del 6%
Come scritto sulla nota Aran, la media di incremento stipendio si attesta sui 165 euro per 13 mensilità, a seconda dei ruoli e livelli. L’aumento lordo mensile varia tra i 121,4 e i 193,9 euro, a seconda della categoria professionale.
- Gli operatori riceveranno un incremento medio di 121,4 euro al mese;
- gli assistenti vedranno un aumento di 127,7 euro mensili;
- per i funzionari l’incremento sarà di 155,1 euro mensili;
- per le posizioni di elevata professionalità, l’aumento medio mensile salirà a 193,9 euro.
La maggior parte dei fondi stanziati dal governo per il rinnovo del contratto delle Funzioni centrali è destinata all’aumento dello stipendio base, con un ulteriore 0,22% del monte salari riservato al salario accessorio, come previsto nella manovra in discussione alla Camera. Intervento ha che portato gli aumenti complessivi del triennio 2022-2024 al 6%.
Un altro aspetto rilevante è legato agli arretrati: nonostante l’anticipo sugli aumenti stanziato lo scorso anno, questo non copriva l’intero importo. Pertanto, sarà erogata una somma residua, stimata in circa un migliaio di euro medi.
L’effettiva erogazione di queste somme è vincolata al completamento dell’iter: l’accordo preliminare del nuovo CCNL statali dovrà essere approvato dalla Ragioneria Generale, poi dalla Corte dei Conti e infine dal Consiglio dei Ministri. Si spera che il processo possa concludersi entro la fine dell’anno.
Settimana lavorativa corta di 4 giorni
Si potrà lavorare dal lunedì al giovedì, a parità di retribuzione. Nell’ipotesi di rinnovo è stata confermata infatti la settimana lavorativa di 4 giorni, anziché dei normali 5.
Tra le principali innovazioni introdotte dal nuovo CCNL statali, frutto di una battaglia portata avanti dalla Confsal-Unsa, c’è la possibilità di una settimana lavorativa di quattro giorni, senza variazione di stipendio o di ore complessive.
Questa opzione potrà essere negoziata individualmente con ciascuna amministrazione, portando notevoli miglioramenti al bilanciamento tra lavoro e vita personale per i dipendenti.
Non un obbligo, ma una scelta del lavoratore, che può volontariamente chiedere o meno l’opportunità di accorciare la sua settimana di lavoro.
E’ specificato all’articolo 18 del nuovo contratto, che spiega:
“In via sperimentale e ferma restando la garanzia del livello di servizi resi all’utenza, le amministrazioni, previo confronto di cui all’art. 5 (Confronto), possono articolare l’orario ordinario di lavoro di 36 ore settimanali previsto all’art. 17, comma 1, del CCNL 12 febbraio 2018, su quattro giorni. L’adesione all’articolazione oraria su quattro giorni da parte del lavoratore è volontaria”.
L’articolazione dell’orario di lavoro su quattro giorni comporta un riproporzionamento delle giornate di ferie annue nonché di tutte le altre assenze giornaliere dal servizio, fatto salvo il permesso per matrimonio.
Passaggi di area
Sempre nell’accordo di rinnovo del CCNL statali, per le amministrazioni che non hanno ancora avviato le procedure, è stata estesa fino al 30 giugno 2026 la possibilità di effettuare passaggi all’area superiore, derogando al requisito del titolo di studio.
In questi casi, sarà considerata l’esperienza maturata nell’area inferiore. Ad esempio, per avanzare da assistente a funzionario, sono richiesti 10 anni di esperienza nella posizione precedente, valutazioni di performance positive e assenza di sanzioni disciplinari.
Ampliamento smart working
Tra le novità dell’ipotesi di rinnovo, è previsto un ampliamento del lavoro da remoto, soprattutto per caregiver. Si legge nella nota ARAN che nel CCNL statali 2022/24 sono previsti miglioramenti nella regolamentazione del lavoro a distanza, anche mediante un possibile ampliamento delle giornate svolte in tale modalità per i lavoratori che abbiano particolari esigenze di salute o necessità di assistere familiari disabili.
Buoni pasto anche in smart working
Altra novità sul lavoro agile è la possibilità di ottenere i buoni pasto anche nelle giornate in cui si lavora in smart working. E’ tutto messo nero su bianco all’articolo 14, che specifica come, ai fini dell’erogazione del buono pasto le ore di lavoro convenzionali della giornata di lavoro resa in modalità agile sono pari alle ore di lavoro ordinarie che il dipendente avrebbe svolto per la medesima giornata se avesse reso la prestazione in presenza.
In sostanza lavorare in sede o da casa non cambia nulla: il buono pasto viene erogato ugualmente.
Age management
C’è spazio anche per il cosiddetto Age Management nel nuovo CCNL. L’articolo 27 è dedicato alla gestione del prolungamento della vita lavorativa e promozione delle pari opportunità fra lavoratori di diverse fasce di età.
In pratica, le amministrazioni non devono abbandonare i dipendenti di fascia di età alta, ma valorizzare le loro competenze, facendoli sentire parte attiva del lavoro. Come? Ad esempio:
- con forme di affiancamento per i neoassunti e momenti di formazione peer-to-peer volti a favorire lo scambio di competenze tra le diverse generazioni, riducendo così il rischio di isolamento e agevolando l’integrazione delle nuove risorse;
- con l’introduzione di maggiore flessibilità nella gestione del lavoro del personale, ad esempio attraverso la promozione di modalità di lavoro a distanza, part-time, e la definizione di orari che facilitino la conciliazione tra vita privata e professionale;
- con il monitoraggio costante delle condizioni ambientali e di salute dei lavoratori;
- con la revisione delle modalità di formazione e training con l’obiettivo di ritardare o eliminare il rischio di skills obsolete
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Foto copertina: istock/Chalirmpoj Pimpisarn
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