Ccnl 2024: i contratti rinnovati, quelli in attesa e stipendi. Dati Istat fino a marzo

Paolo Ballanti 20/05/24
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Facendo il punto sulla situazione dei Ccnl 2024, i dati Istat registrano, a marzo di quest’anno, 36 contratti collettivi ancora in attesa di rinnovo, per un totale di 4,6 milioni di dipendenti coinvolti, pari al 34,9% del totale.

Grazie ai rinnovi registrati fino a marzo, nel settore privato, in particolare nei servizi, solo due dipendenti su dieci sono in attesa del rinnovo del Ccnl.

Queste, in sintesi, alcune delle osservazioni dell’Istat (Istituto Nazionale di Statistica) emerse dal comunicato stampa dello scorso 30 aprile pubblicato in occasione dell’indagine su contratti collettivi e retribuzioni contrattuali, riguardante il periodo gennaio – marzo 2024.

Lo studio ha permesso di fare il punto della situazione sulla fase di recupero delle retribuzioni contrattuali rispetto all’inflazione, oltre che di individuare i settori economici che hanno registrato in un anno gli aumenti economici più elevati.

Analizziamo la questione in dettaglio.

Indice

Indagine Istat sui Ccnl 2024

Il rapporto dell’Istituto Nazionale di Statistica su Ccnl 2024 e retribuzioni ha interessato 75 contratti collettivi nazionali di lavoro, di cui:

– 2 in agricoltura;
– 24 nell’industria;
– 34 nei servizi privati;
– 15 nella pubblica amministrazione.

    Per ogni settore di attività economica i Ccnl considerati nella rilevazione sono quelli più rappresentativi in termini occupazionali. Tali contratti, spiega l’Istat, assumono generalmente un “ruolo di guida rispetto agli altri del medesimo settore, poiché ai secondi, spesso, vengono applicati miglioramenti economici simili, eventualmente con limitati sfasamenti temporali”.

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    CCNL 2024 – Il report Istat gennaio-marzo ’24 2 MB

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    Ccnl 2024: i contratti in vigore

    Focalizzandoci sui Ccnl 2024, A fine marzo 2024, come evidenzia l’Istat, risultano in vigore 39 contratti collettivi, che interessano circa 8,5 milioni di dipendenti e corrispondono al 64,5% del monte retributivo complessivo.

    Quest’ultima percentuale sale all’83,8% nel settore privato, segnando, in particolare:

    – Il 91,8% nel settore agricolo;
    – Il 97,9% nell’industria;
    – 71,1% nei servizi privati.

    La percentuale è invece pari a zero nella Pubblica Amministrazione, dal momento che tutti i contratti collettivi ccnl sono scaduti.

    Ccnl in attesa di rinnovo

    Stando al rapporto Istat, a fine marzo 2024 i contratti collettivi in attesa di rinnovo sono 36, per una platea di 4,6 milioni di lavoratori dipendenti, corrispondente al 34,9% del totale, in diminuzione rispetto al mese di febbraio 2024 (53,4%) e a marzo 2023 (54,5%).

    Per quanto riguarda i tempi di attesa, questi sono pari a 29 mesi con riferimento ai lavoratori con il contratto scaduto, in aumento se confrontati alla situazione di marzo 2023 (26,6).

    Al contrario, l’attesa media registrata sul totale dei dipendenti corrisponde a 10,1 mesi, in calo rispetto a marzo 2023 (14,5 mesi).

    Ccnl 2024 settore privato
    Con riguardo al solo settore privato, la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è pari al 16,7%, in calo rispetto a:

    – Febbraio 2024 (40,4%);
    – Marzo 2023 (41,9%).

    I tempi di attesa si attestano a 32,3 mesi.

    L’attesa media scende tuttavia a 5,4 mesi se calcolata sul totale dei dipendenti privati.

    I contratti rinnovati nel primo trimestre 2024

    Nel corso del primo trimestre del 2024, sono stati recepiti, informa l’Istat, gli accordi di rinnovo di:
    – Studi professionali;
    – Alimentari;
    Commercio;
    – Servizi socio assistenziali – cooperative sociali.

    Nello stesso periodo, sono invece scaduti 9 contratti collettivi.

    Ccnl 2024 e andamento stipendi

    Prendendo a riferimento le disposizioni dei contratti collettivi in vigore alla fine di marzo, l’indice dei compensi orari “per l’intera economia registrerebbe un aumento del 2,8% nel semestre aprile – settembre 2024” e del 2,4% con riferimento alla media annua 2024 (Istat).

    Aumenti retributivi: medaglia d’oro per legno, carta e stampa

    L’Istituto Nazionale di Statistica evidenzia l’aumento delle retribuzioni contrattuali orarie, a marzo 2024, dello 0,3% rispetto al mese precedente e del 3% con riguardo a marzo 2023.

    L’aumento tendenziale a marzo dell’anno corrente, se confrontato sempre allo stesso mese del 2023, con riguardo ai singoli settori produttivi, si è attestato a:
    – 4,7% per i dipendenti dell’industria;
    – 2,6% per i servizi privati;
    – 1,6% per i lavoratori della pubblica amministrazione.

    I maggiori aumenti retributivi hanno interessato i seguenti settori:
    Legno, carta e stampa +8,5%;
    – Credito e assicurazioni, +7,1%;
    – Settore metalmeccanico, +6,1%.

    Nessun incremento economico per:
    – Farmacie private;
    – Pubblici esercizi e alberghi;
    – Telecomunicazioni;
    – Ministeri;
    – Forze dell’ordine;
    – Forze armate e attività dei vigili del fuoco.

    Da ultimo, l’aumento economico è pari allo zero virgola per:
    – Agricoltura, +0,5%;
    – Servizi di informazione e comunicazione, +0,4%.

    Gli aumenti retributivi e l’inflazione

    Nel primo trimestre del 2024, periodo all’esame del rapporto Istat, continua “la fase di recupero delle retribuzioni contrattuali rispetto all’inflazione che era iniziata a ottobre 2023”, precisa l’Istituto Nazionale di Statistica.

    La dinamica retributiva è “più favorevole nel comparto industriale, con un incremento (+4,7% rispetto al primo trimestre 2023 quasi cinque volte superiore all’andamento dei prezzi (+1,0%).
    Per i servizi privati, invece, il valore “è poco più che doppio (+2,3%)”.

    Potrebbero interessarti i dati Istat sulle retribuzioni del 1° trimestre 2024

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