La novità delle ultime ore è la rivalutazione delle rendite catastali e la riforma degli estimi. Secondo lo studio effettuato dal tavolo sull’erosione fiscale, di cui oggi si attende l’incontro finale, guidato da Vieri Ceriani, funzionario di Bankitalia, la fiscalità annuale legata agli immobili varrebbe ben 60 miliardi, un tesoro disponibile per lo Stato se venissero aggiornate le rendite catastali (basi di calcolo per le tasse sugli immobili) riportando così il valore degli immobili a quello di mercato. Quest’ultimo era nel 2009 pari a 3,7 volte quello fiscale.
Per ripianare questa differenza lo Stato dovrebbe ricorrere alla riforma degli estimi fermi dal 1990, un provvedimento che richiederebbe diverso tempo ma che potrebbe essere accompagnato nel frattempo da provvedimenti più rapidi come appunto il ritorno dell’Imposta comunale sugli immobili dichiarati come prima casa, trasformata in Imu e abbinata alla Res, assieme ad una più immediata rivalutazione delle rendite.
Questa nuova fiscalità risulterebbe probabilmente poco gradita ai cittadini, di cui quasi l’80% è proprietario di casa, ma con l’aggiornamento dei dati e soprattutto delle rendite catastali si arriverebbe ad un inevitabile innalzamento del reddito dichiarato dei contribuenti con conseguente aumento del gettito fiscale e una redistribuzione dei benefici concessi sulla base del reddito complessivo.
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