Cartella esattoriale, in arrivo la copia digitale con il Qr code

Resta il problema del formato del file ricevuto via Pec

Redazione 13/02/18
In arrivo la versione digitale della cartella esattoriale. Sembra che l’Ader, l’Agenzia della riscossione sia al lavoro per inserire un codice ah hoc o un Qr code per permettere la lettura del documento anche dal proprio telefono cellulare, una sorta di cartella con firma digitale.

Come funzionerà la cartella esattoriale digitale

Il contribuente che accederà tramite Qr code potrà visualizzare la cartella esattoriale in formato pdf che equivale a una copia conforme. Questo rappresenta un altro passi avanti verso il processo di digitalizzazione intrapreso dall’Agenzia delle Entrate e in particolare il servizio di notifica digitale.

Secondo le novità introdotte dal d.l. 193/2016, dal 1° luglio scorso l’Agenzia può notificare via Pec avvisi e altri atti a persone che per legge sono obbligati a disporre do un indirizzo di posta elettronica certificata o che ne hanno fatto richiesta compilando il modulo apposito sul sito dell’Agenzia per attivarne il servizio.

Leggi anche La notifica della cartella di pagamento a mezzo Pec dal 1° luglio 2017

Notifica via Pec è valida se il file è in pdf?

Ricordiamo che  il 9 novembre scorso la C.T.R. della Campania, con la pronuncia n. 9464/17 ha stabilito che “la notifica via PEC necessita che il documento trasmesso rechi l’estensione .p7m: solo in tal caso si sarebbe stati di fronte a un vero e proprio documento informatico, immodificabile nel contenuto e certo, in quanto digitalmente firmato, nella provenienza”.

Ne consegue che deve essere considerata nulla la cartella di pagamento notificata a mezzo Pec se l’allegato interno è in formato .pdf perchè non garantisce l’autenticità dell’atto e la sua provenienza.

Chi riesce ad aprire un file .p7m?

Al di là dell’autenticità dell’atto ricevuto, problema non di poca importanza, sorge anche il problema “pratico” sul come aprire un file in formato .p7m. Questo tipo di file può essere aperto solamente da chi ha una smart card o token card.

Chi è in possesso di una Pec potrebbe quindi non essere abilitato al servizio di firma digitale che prevede appunto anche la lettura di file firmati digitalmente. Potrebbe capitare quindi che il contribuente apra la Pec, scarichi il file ma poi non possa leggerlo.

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