“Cinquecentomila euro al giorno”: a tanto ammonterebbero i tagli apportati alla macchina di Montecitorio da quando, sullo scranno più alto, si è assisa proprio la neodeputata di Sinistra, Ecologia e Libertà.
A detta della stessa Boldrini, la poderosa sforbiciata di questo inizio di legislatura viene così ripartita: 4,3 i milioni di euro risparmiati dal budget per le segreterie dei titolari di incarico, 3 milioni eliminati dal contributo unico destinato ai gruppi presenti in Parlamento, un milione dalle indennità (ridotte di quasi un terzo per i 70 deputati coinvolti) e 250mila euro dalla scomparsa dei fondi singoli di rappresentanza.
A definire la riduzione dell’esborso per i circa 70 deputati titolari di cariche è stato l’Ufficio di Presidenza della Camera, mentre ancora manca il sì definitivo all’abolizione di 3 milioni di euro di contributi ai gruppi, sui quali, però, i rappresentanti di tutti gli schieramenti si sono pronunciati favorevolmente. L’ok definitivo, a questo proposito, dovrebbe arrivare giovedì.
Soddisfatto, ma non appieno, il MoVimento 5 Stelle, senza dubbio protagonista della nuova stagione di austerità dentro i sacri palazzi delle istituzioni: a loro avviso, ad esempio, le indennità non andavano ridotte del 30%, ma abolite in maniera definitiva, senza toccare, però, le spese di segreteria, invece decurtate del 25%.
“Ridurre – ha spiegato Luigi Di Maio, deputato grillino – non è tanto significativo da un punto di vista economico, ma mette in condizione la classe politica di stare nelle stesse condizioni di chi sta fuori dal Palazzo. Questo è l’unico modo per essere credibili nel chiedere sacrifici – ha sottolineato – Servono tagli drastici”.
Da parte dei sindacati, c’è preoccupazione perché il timore è che, quando saranno operativi, questi tagli andranno ad abbattersi in maniera specifica sui dipendenti di Montecitorio. Le previsioni di bilancio di Montecitorio per il 2013 segnano un’inversione di tendenza rispetto all’anno passato, ma un costo della macchina ancora esorbitante: 943 e rotti milioni, di cui 231 solo per le buste paga e una cifra quasi analoga per le pensioni.
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