Se nel precedente articolo erano state sommariamente analizzate le varie sezioni in cui è suddivisa la busta paga, qui si scenderà nel dettaglio delle voci retributive “fisse”. Quelle, per intenderci, collocate nella parte alta del cedolino in compagnia dei dati statistici (ore lavorate, giorni detrazione, ore di lavoro straordinario).
Leggi anche “Busta paga: ecco come leggerla”
Le voci retributive cosiddette “fisse” si caratterizzano per essere comunque dovute in ogni periodo di paga, a differenza di quelle “variabili” legate alla prestazione effettiva del mese (esempio compensi per lavoro straordinario o festivo, trasferte).
Sono i contratti collettivi nazionali a stabilire l’importo delle voci che compongono la retribuzione fissa, da intendersi anche come la retribuzione minima garantita al dipendente. Ciò non preclude tuttavia di riconoscere un trattamento economico superiore attraverso la corresponsione di elementi accessori che vanno sotto il nome di superminimi, disciplinati da accordi individuali o aziendali.
Busta paga: la paga base
Tra gli importi che compongono la retribuzione fissa mensile il più importante è di certo la paga base, detta anche minimo contrattuale o tabellare. Il suo importo è fissato dal contratto collettivo in relazione al livello di inquadramento del dipendente. Le uniche variazioni dipendono da rinnovi contrattuali o passaggi di livello.
Impara a leggere la tua busta paga, scopri il volume su Amazon!
Busta paga: indennità di contingenza
Fino al 31 dicembre 1991 ha avuto la funzione di agganciare la retribuzione all’aumento del costo della vita. Con il tramonto del sistema di adeguamento dei salari l’importo della contingenza è stato congelato all’ammontare in vigore nel mese di novembre del 1991. In molti contratti collettivi (ad esempio Metalmeccanici industria) è compreso nell’importo riconosciuto a titolo di paga base.
Leggi anche: “Stop stipendio in contanti: busta paga tracciabile”
Busta paga: elemento distinto della retribuzione (EDR)
Introdotto dal 1° gennaio 1993 per tutti i lavoratori del settore privato (esclusi i dirigenti), è pari ad euro 10,33 mensili per tredici mensilità. Come la contingenza, anche l’EDR è in numerosi contratti presente all’interno della voce di paga base.
Busta paga: gli scatti di anzianità
Trattasi di un elemento retributivo corrisposto al compimento di una determinata anzianità di servizio del lavoratore in azienda. L’importo (che può variare a seconda del livello di inquadramento), il numero e la periodicità degli scatti sono definiti dalla contrattazione collettiva. Il CCNL Commercio prevede ad esempio uno scatto di anzianità ogni tre anni di servizio (in totale gli scatti non possono essere più di dieci) ognuno pari ad euro 21,95 se si considera un III livello.
Leggi anche: “Abolito il Tfr mensile in busta paga: ecco cosa cambia”
Busta paga: le Indennità e superminimi
Generalmente previste dalla contrattazione nazionale le indennità hanno come scopo quello di compensare lo svolgimento di mansioni che determinano particolari responsabilità o disagi per il dipendente. Un esempio è l’importo previsto dal CCNL Commercio per coloro che ricoprono il ruolo di quadro, o ancora l’indennità di cassa per i dipendenti coinvolti in un’attività che richiede il maneggio di denaro.
Datore di lavoro e dipendente sono poi liberi di concordare l’erogazione di un superminimo individuale, da intendersi come elemento ulteriore rispetto a quanto prevede il contratto collettivo, riconosciuto per particolari meriti o caratteristiche del beneficiario. Si parla invece di superminimi collettivi per quegli importi stabiliti a livello aziendale per determinate categorie di dipendenti.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento