Ancora non vi è niente di definitivo, vi sono molte proposte, e vi è anche una bozza del provvedimento – Decreto Ambiente o Decreto Clima – che contiene diverse misure, per il contrasto dei cambiamenti climatici. Al 9 ottobre siamo giunti alla quarta bozza, che modifica quanto indicato nelle versioni precedenti.
Il Ministero dell’ambiente sta lavorando, di concerto con il Mef, in quanto il decreto legge “sul clima”, sarà collegato alla prossima Legge di bilancio, attraverso vincoli di spesa e vincoli normativi. La tematica green è infatti uno dei cardini della stagione riformatrice annunciata dal Governo Conte bis, che prevede oltre all’ambiente tutta una serie di nuove misure, tra cui: novità su famiglie e welfare, stop all’aumento Iva, taglio del cuneo fiscale, salario minimo, ecc.
Il testo del decreto, che fino alla fine subirà sicuramente modifiche, contiene proposte e iniziative favorevoli all’ambiente, intervenendo con misure anche urgenti in settori considerati più vulnerabili ai cambiamenti climatici, con l’obiettivo di incentivare comportamenti e azioni virtuose nel breve periodo.
Vi sono una serie di proposte che puntano a promuovere lo sviluppo di un’”economia green” per il contrasto dei cambiamenti climatici.
Tra le misure che sono presenti nella bozza del provvedimento, vi sono anche incentivi alla mobilità sostenibile nelle aree metropolitane.
Viene in particolare istituto il programma sperimentale di incentivazione del trasporto sostenibile per la promozione dei servizi di trasporto pubblico locale, e di altri servizi ad essi integrativi, finanziato con le risorse riassegnate nel 2020 al Ministero dell’ambiente, ai sensi dell’articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 30 del 13 marzo 2013.
Scarica qui la bozza del Decreto Ambiente clima
Bonus rottamazione auto 2020: come funzionerà
Ai cittadini che risiedono nelle città metropolitane (come Roma, Milano, Torino, Catania, Genova, ecc.) le quali sono interessate dalle procedure di infrazione comunitaria (n. 2014/2147 del 10 luglio 2014 e n. 2015/2043 del 28 maggio 2015) per la non ottemperanza agli obblighi previsti dalla Direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell’aria (superamento dei livelli massimi di concentrazione di sostanze inquinanti nell’aria), e che rottamano autovetture omologate fino alla classe Euro 3 sarà corrisposto un bonus fiscale che si configurerà in un titolo di spesa pari a 1500 euro. (Inizialmente l’importo previsto era di 2.000 euro). Inoltre un bonus di 500 euro spetterà per motocicli fino a euro 2 ed euro 3, sempre rottamati entro il 31 dicembre 2021.
L’importo di 2.000 euro, previsto all’inizio, è dunque stato ridimensionato.
In particolare, questa la norma contenuta all’Articolo 2 – Misure per incentivare la mobilità sostenibile nelle aree metropolitane – della quarta bozza del Decreto Clima:
“Al fine di ridurre le emissioni climalteranti, a valere sul suddetto programma sperimentale, i residenti nei comuni interessati dalle procedure di infrazione comunitaria n. 2014/2147 del 10 luglio 2014 e n. 2015/2043 del 28 maggio 2015 per la non ottemperanza dell’Italia agli obblighi previsti dalla Direttiva 2008/50/CE che rottamano, entro il 31 dicembre 2021, autovetture omologate fino alla classe Euro 3 o motocicli omologati fino alla classe euro 2 ed euro 3 a due tempi, ottengono, nel limite di spesa di cui al comma 1 e fino ad esaurimento delle risorse, un “buono mobilità” pari ad euro 1.500 per le autovetture ed euro 500 per i motocicli rottamati per essere utilizzato, entro i successivi tre anni, per l’acquisto, anche a favore di conviventi, di abbonamenti al trasporto pubblico locale e regionale e di altri servizi ad esso integrativi, nonché di biciclette anche a pedalata assistita. Il “buono mobilità” non costituisce reddito imponibile del beneficiario e non rileva ai fini del computo del valore dell’indicatore della situazione economica equivalente.
In sostanza il bonus rottamazione – o bonus mobilità – funziona così:
- credito di 1.500 euro per auto omologate fino a euro 3
- credito di 500 euro per motocicli omologati fino a euro 2 ed euro 3
in entrambi i casi il bonus vale per chi rottama entro il 31 dicembre 2021.
Bonus rottamazione auto 2020: come utilizzare il credito
Secondo quanto previsto dall’attuale testo, il credito può essere utilizzato dagli interessati, entro i successivi 5 anni, ai fini dell’acquisto di abbonamenti al trasporto pubblico locale e regionale, e di altri servizi ad esso integrativi, inclusi i servizi di “sharing mobility” con veicoli elettrici o a zero emissioni, anche in favore dei familiari conviventi.
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Bonus rottamazione auto 2020: la revoca
Il beneficio è revocato se lo stesso soggetto, o anche un familiare convivente, provveda all’acquisto, tramite leasing o con noleggio a lungo termine di un’autovettura non a basse emissioni entro i due anni successivi.
Bonus rottamazione per taxi e autotrasportatori
Le novità si applicheranno anche ai titolari di licenza di trasporto pubblico di piazza, e agli autotrasportatori operanti nelle città metropolitane che rottamano veicoli Euro 3 o inferiori.
In particolare è riconosciuto per ciascun veicolo, il credito di 1500 euro, utilizzabile per la sostituzione del veicolo rottamato con veicoli ibridi o elettrici o ad emissioni ridotte.
Anche in questo caso la rottamazione si applica solo nelle citta metropolitane, dove i livelli di emissione di CO2 risultano superiori al consentito, e dunque interessate dalle procedure di infrazione prima citate.
Riduzione sussidi ambientali dannosi
A partire dall’anno 2020, le spese fiscali “dannose” per l’ambiente indicate nel Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi, e ambientalmente favorevoli, istituito presso il Ministero dell’ambiente ai sensi dell’articolo 68 della legge n. 221 del 28 dicembre 2015, sono ridotte nella misura almeno pari al 10% annuo a partire dal 2020 sino al loro progressivo annullamento entro il 2040.
Il Ministero deve predisporre tale catalogo annualmente, entro il 30 giugno, avvalendosi anche delle informazioni rese dall’Ispra, dalla Banca d’Italia, dagli altri ministeri, Regioni, enti locali e gli altri centri di ricerca.
I sussidi presenti nel catalogo, sono intesi nella loro definizione più ampia, e comprendono, tra gli altri, gli incentivi, le agevolazioni, i finanziamenti agevolati e le esenzioni.
Il documento ha un fine conoscitivo, l’obiettivo è sostenere il Parlamento e il Governo nella definizione delle politiche ambientali tese ad accogliere le raccomandazioni comunitarie e internazionali.
L’ultima edizione del catalogo identifica sussidi favorevoli stimati per il 2017 in 15,2 miliardi di euro, mentre quelli dannosi sono stimati in 19,3 miliardi.
All’individuazione dei sussidi da eliminare gradualmente, si provvederà in sede di legge di bilancio annuale e gli importi che risulteranno, saranno destinati nella misura del 50%, ad uno specifico fondo istituito presso il Ministero dell’economia e delle finanze per il finanziamento di interventi in materia ambientale, con priorità alla revisione dei sussidi ambientalmente favorevoli, alla diffusione e innovazione delle tecnologie e dei prodotti a basso contenuto di carbonio, e al finanziamento di modelli di produzione e consumo sostenibili.
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