Bonus mamme lavoratrici 2025, per dipendenti e autonome. Le nuove regole

La Legge di bilancio 2025 ha riconfermato l’esonero contributi per bonus mamme lavoratrici, estendendolo anche alle lavoratrici autonome, che non abbiano optato per il regime forfettario

Paolo Ballanti 07/01/25

La Legge di bilancio 2025, approvata lo scorso 28 dicembre, dedica particolare attenzione al tema delle nascite, della conciliazione tempi di vita e di lavoro, nonché del sostegno economico alle famiglie con figli: il bonus mamme lavoratrici è uno di questi tasselli, confermati anche per il 2025.

Le misure in campo vanno dall’estensione a tre mensilità del congedo parentale maggiorato all’80% alla Carta per i nuovi nati (1.000,00 euro ai genitori con Isee fino a 40 mila euro) passando per il rafforzamento del bonus nido.

A quanto citato si aggiunge l’introduzione, sulla scorta della misura già prevista dalla Manovra 2024, del bonus per le mamme lavoratrici, grazie al quale si riconosce un abbattimento (parziale) dei contributi previdenziali IVS a carico delle lavoratrici stesse.

Tra le misure, spicca poi il rinnovo del Bonus mamme, già contemplato dalla Manovra 2024, caratterizzato da un esonero del 100% della quota dei contributi previdenziali per l’Invalidità, la Vecchiaia e i Superstiti (IVS) a carico delle lavoratrici con contratto a tempo indeterminato, madri di almeno due figli.

Nel testo della Finanziaria 2025, che ha ricevuto il via libera di Palazzo Madama figura un nuovo bonus (articolo 1, comma 219) che, rispetto alla versione 2024, coinvolge anche le lavoratrici autonome.

Leggi lo Speciale Legge di bilancio 2025

Indice

Il bonus mamme versione 2024

La Legge 213 del 30 dicembre 2023 (Manovra 2024) aveva contemplato (articolo 1, commi 180-181) un esonero del 100% della quota dei contributi IVS a carico (trattenuti in busta paga dal datore di lavoro) delle lavoratrici madri con contratto di lavoro a tempo indeterminato, eccezion fatta per i rapporti di lavoro domestico.

La misura è riservata alle dipendenti madri di tre o più figli (articolo 1, comma 180):

  • con riguardo ai soli periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 ovvero, se antecedente, fino al mese di compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo;
  • nel limite massimo annuo di 3.000,00 euro da riparametrare su base mensile.

Con riferimento ai periodi di paga dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 e, ad ogni modo, fino al mese di compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo, lo sgravio IVS (articolo 1, comma 181) è esteso in via sperimentale alle lavoratrici madri di due figli, anch’esse titolari di un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato (esclusi invece i rapporti di lavoro domestico). Per le lavoratrici in parola l’esonero opera sempre in misura pari al 100% dei contributi IVS, nel rispetto del tetto massimo di 3.000,00 euro annui.

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Il nuovo bonus mamme lavoratrici 2025

L’articolo 1, comma 219 della Manovra 2025 riconosce un esonero parziale della quota dei contributi previdenziali per l’Invalidità, la Vecchiaia e i Superstiti (IVS) a carico delle lavoratrici:

  • Dipendenti, eccezion fatta per i rapporti di lavoro domestico;
  • Autonome.

Queste ultime, in particolare, per poter accedere allo sgravio devono percepire almeno uno tra i seguenti redditi:

  • Di lavoro autonomo;
  • D’impresa in contabilità ordinaria;
  • D’impresa in contabilità semplificata;
  • Da partecipazione;

a condizione che non abbiano optato per il regime forfettario.

Per le lavoratrici autonome iscritte all’assicurazione generale obbligatoria gestita dall’INPS ovvero alla Gestione separata, l’esonero contributivo parziale è parametrato al valore del livello minimo di reddito previsto dall’articolo 1, comma 3, Legge 2 agosto 1990, numero 233.
L’agevolazione, peraltro, è concessa ai sensi del regolamento (UE) 2023/2831 della Commissione, del 13 dicembre 2023, relativo all’applicazione degli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea sugli aiuti de minimis.

Come funziona il Bonus mamme lavoratrici 2025

Il Bonus mamme 2025 agisce diminuendo (in misura parziale) i contributi trattenuti (o dovuti) dalle lavoratrici dipendenti / autonome a finanziamento dell’assicurazione Invalidità, Vecchiaia e Superstiti (IVS). Ne consegue che il beneficio in termini economici per le madri beneficiarie della misura si concretizza in (in alternativa):

  • minori trattenute sui compensi lordi a titolo di contributi IVS;
  • un minor versamento all’INPS a titolo di contributi per l’Invalidità, la Vecchiaia e i Superstiti.

Da notare che, pur comportando un minor versamento di contributi a finanziamento della pensione, lo sgravio non genera alcuna penalizzazione nell’accesso e nella misura del trattamento pensionistico spettante alla lavoratrice interessata. La Manovra 2025 dispone infatti che resta ferma “l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche” (articolo 1, comma 219).

Mamme con almeno 2 figli

Le lavoratrici dipendenti / autonome devono essere madri di due o più figli.
La misura, in ogni caso, spetta fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo.
A decorrere dall’anno 2027 lo sgravio opera, con esclusivo riferimento alle madri di tre o più figli, fino al mese del compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo.

Requisito di reddito

L’esonero contributivo di cui all’articolo 1, comma 219 della Manovra 2025 spetta, a differenza della versione 2024, in presenza di determinati requisiti reddituali.

La lavoratrice interessata deve infatti possedere una retribuzione o un reddito imponibile ai fini previdenziali non superiore a 40 mila euro su base annua.

A quanto ammonta lo sgravio

Le modalità attuative dello sgravio sono rimesse ad un apposito decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio.

Al citato Decreto è altresì affidata la definizione della misura dell’esonero contributivo (parziale), le modalità per il riconoscimento dello stesso e le procedure per il rispetto del limite di spesa (quest’ultimo pari a 300 milioni di euro annui).

Compatibilità con lo sgravio 2024

Lo sgravio mamme in parola rischia di sovrapporsi, nei periodi di paga dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026, con il Bonus (esonero del 100% della quota dei contributi IVS, nel limite massimo annuo di 3.000,00 euro) previsto dalla Manovra 2024 (articolo 1, comma 180, Legge numero 213/2023) per le lavoratrici con contratto a tempo indeterminato, madri di tre o più figli.

Per questo motivo, la Legge di bilancio 2025 dispone che per le annualità 2025 e 2026 l’esonero non spetta “alle lavoratrici beneficiarie di quanto disposto dall’articolo 1, comma 180, della legge 30 dicembre 2023, n. 213” (articolo 1, comma 219).

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Foto copertina: istock/Frazao Studio Latino

Paolo Ballanti

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