Bonus figli 2019: elenco prestazioni, come funzionano, domanda

Paolo Ballanti 01/10/19
La normativa italiana prevede numerose agevolazioni per i lavoratori chiamati a sostenere spese per il mantenimento dei figli.

Dal bonus bebè passando per l’assegno nucleo familiare, fino ad arrivare alle detrazioni per figli a carico, i benefici per i figli vengono erogati nella maggior parte dei casi dall’INPS sotto forma di un contributo economico corrisposto direttamente al beneficiario o anticipato dal datore di lavoro.

Per meglio districarsi in questa giungla e per non perdere importanti occasioni di risparmio vediamo nel dettaglio quali sono i bonus previsti nel 2019 e come funzionano.

Bonus figli 2019: come funziona il Bonus bebè

La prima delle agevolazioni per chi mette su famiglia è il Bonus bebè 2019. La domanda per l’assegno di natalità dev’essere presentata dal genitore (anche affidatario) entro 90 giorni dalla nascita ovvero dall’ingresso del minore nel nucleo familiare. In questo caso la prestazione è riconosciuta dal giorno della nascita o di ingresso nel nucleo familiare del minore.

Al contrario, se la domanda è presentata oltre i 90 giorni, il bonus decorre dal mese di presentazione della domanda.

La richiesta dev’essere fatta una sola volta per ciascun figlio. Questo significa che in caso di parti gemellari o adozione contestuale di più minori è necessario presentare un’apposita domanda per ciascuno di essi.

Il Bonus bebè spetta a condizione che il nucleo familiare al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata del beneficio:

  • Risieda in Italia;
  • Abbia un ISEE non superiore a 25 mila euro;
  • Genitore e figlio devono convivere;
  • Il genitore dev’essere cittadino italiano, comunitario o extracomunitario con regolare titolo di soggiorno.

L’importo dell’assegno varia in relazione al valore dell’ISEE minorenni. Inoltre, nel 2019 è stata introdotta una maggiorazione del 20% in caso di figlio successivo al primo, nato o adottato tra il 1° gennaio e il 31 dicembre di quest’anno. Nello specifico la maggiorazione spetta per ogni figlio successivo al primo del genitore che richiede l’assegno.

Inoltre, ai fini dell’aumento del 20%, si considera “primo figlio” quello (anche adottivo) maggiorenne o minorenne, residente in Italia e convivente con colui che avanza domanda per il bonus.

Sulla base di quanto anticipato, nel caso in cui l’ISEE sia inferiore a 7.000 euro annui il bonus ammonta ad euro 160 al mese per un massimo di 12 mesi (1.920 euro annui) elevati, con la maggiorazione, ad euro 192 al mese per 12 mensilità (2.304 euro annui).

Qualora invece l’ISEE sia compreso tra 7.000 e 25.000 euro il contributo è pari ad euro 80 al mese per 12 mensilità (960 euro all’anno), maggiorati a 96 euro al mese (1.152 euro annui).

L’assegno viene corrisposto dall’INPS in singole rate mensili, secondo le modalità scelte dal genitore richiedente e indicate nel modello SR163. Il pagamento della maggiorazione del 20% è subordinato alla verifica da parte dell’Istituto dell’autocertificazione riguardante il primo figlio, resa dal richiedente in sede di domanda telematica.

Le somme percepite sono esenti ai fini IRPEF.

> Isee 2019: modelli, calcolo, agevolazioni. Come si compila <

Bonus figli 2019: come funziona l’Assegno familiare 

L’assegno nucleo familiare (o ANF) è una prestazione economica garantita dall’INPS a sostegno dei lavoratori dipendenti. Il suo importo varia in funzione del numero e delle caratteristiche (eventuale presenza di soggetti inabili al lavoro) dei familiari, nonché del reddito complessivo di tutti i componenti del nucleo.

In particolare, il reddito dev’essere:

  • Composto per almeno il 70% da redditi da lavoro dipendente o ad esso assimilati;
  • Compreso nei limiti indicati annualmente dall’INPS.

Entrano a far parte del reddito tutte le somme soggette a tassazione oltre a quelle esenti o soggette a ritenuta alla fonte a titolo di imposta o imposta sostitutiva qualora superiori a 1.032 euro annui.

L’assegno viene erogato dal 1° luglio al 30 giugno dell’anno successivo in 12 rate mensili. Eccezion fatta per i casi di pagamento diretto, le somme vengono anticipate dall’azienda per conto dell’INPS in ogni singola busta paga e da questa poi recuperate sui contributi da pagare con modello F24.

Per ottenere l’ANF è necessario:

  • Presenza di un nucleo familiare;
  • Rispettare precisi requisiti di reddito;
  • Assenza di un altro assegno familiareo trattamento di famiglia che coinvolga gli stessi soggetti presi a riferimento per l’ANF.

Per richiedere gli assegni è obbligatorio dal 1º aprile scorso presentare apposita domanda in via telematica all’INPS collegandosi a www.inps.it se in possesso di PIN o credenziali SPID, tramite patronati e intermediari abilitati o chiamando il Contact center dell’Istituto.

Bonus figli 2019: come funziona il Bonus nido

Il Bonus nido è un contributo economico erogato direttamente dall’INPS a fronte del pagamento delle rette di asili nido pubblici e privati o per forme di assistenza domiciliare destinate a bambini con meno di 3 anni affetti da gravi patologie croniche. In quest’ultimo caso è necessario un certificato del pediatra che attesti, per l’anno di riferimento, l’impossibilità del figlio di frequentare le strutture scolastiche.

Per il triennio 2019 – 2021 l’importo è pari a 1.500 euro annui, erogati in 11 rate mensili pari ciascuna a 136,37 euro a fronte di ciascuna retta pagata e documentata. Qualora il contributo sia invece destinato a forme di assistenza domiciliare, questo viene corrisposto in un’unica soluzione.

Le domande possono essere presentate in via telematica all’INPS, tramite patronati / intermediari abilitati o telefonando al Contact center dell’Istituto.

Bonus figli 2019: come funzionano le detrazioni per figli a carico

Le detrazioni per figli a carico hanno lo scopo di abbattere le tasse che i lavoratori devono pagare all’Erario. Il loro importo varia in ragione del reddito complessivo, costituito dalla somma dei redditi percepiti dal contribuente, oltre che dall’età del figlio:

  • Per chi ha un solo figlio a carico di età inferiore ai 3 annispetta una detrazione annua pari a:

1220*[(95 mila – Reddito complessivo)/95 mila];

  • Al contrario, in caso di età superiore ai 3 annila detrazione ammonta a:

950*[(95 mila – Reddito complessivo)/95 mila].

Coloro che hanno a carico due o più figli, vedono aumentarsi di 15.000 il valore fisso di 95.000 per ognuno di essi con esclusione del primo.

Di conseguenza, in presenza di due figli il valore fisso per calcolare le detrazioni spettanti per entrambi passa da 95.000 a 110.000. Se i figli sono tre il parametro sarà 125.000. Se sono quattro 140.000 e così via.

Al contrario, se i figli a carico sono più di tre per ognuno di essi la detrazione di 950 o 1.220 aumenta di 200 euro, passando rispettivamente a 1.150 e 1.420 euro.

> Familiari a carico 2019: chi sono, limiti di reddito, importo detrazioni <

Infine, in presenza di almeno quattro figli è riconosciuta un’ulteriore detrazione pari a 1.200 euro all’anno. Il valore non subisce variazioni se i figli sono cinque, sei, sette e così via.

Per essere considerato a carico il figlio fino a 24 anni deve avere un reddito personale annuo (al lordo degli oneri deducibili) non superiore a 4 mila euro. Dal compimento del 25º anno di età l’asticella scende a 2.840,51 euro. Nel calcolo si considerano tutti i redditi percepiti dal figlio.

Paolo Ballanti

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