Diversi decreti attuativi delle misure introdotte dal governo per il 2025 sono ancora in stand by: ne sono un esempio lo sgravio fiscale per le mamme lavoratrici, ma anche il bonus elettrodomestici, inserito all’interno del Decreto Bollette (ancora in fase di conversione) e il conseguente decreto interministeriale operativo, che doveva comunicare la data del fantomatico click day per le domande, viste le risorse finanziarie limitate per finanziare la misura.
Si parla del contributo fino a 100 euro (per tutti) e fino a 200 euro per famiglie con ISEE sotto i 25mila euro, erogato per chi acquista elettrodomestici nel 2025.
Ora sembra che l’iter stia per sbloccarsi e presto dovrebbero arrivare le istruzioni per richiedere il contributo per l’acquisto di elettrodomestici 2025. Dalle prime informazioni non ci saranno click day, quindi nessuno dovrà affrettarsi a collegarsi online per prenotare il bonus prima degli altri.
Il contributo sarà erogato tramite sconto in fattura, direttamente al momento dell’acquisto. Sarà poi il venditore a recuperare i soldi con il consueto metodo del credito di imposta fruibile in compensazione.
Appurato che non ci sarà alcun click day di prenotazione, ecco in breve le altre istruzioni sul bonus elettrodomestici 2025 alle porte.
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Indice
- Bonus elettrodomestici fino a esaurimento soldi
- I ritardi sul Bonus elettrodomestici 2025
- Niente click day: come funziona quindi il Bonus
- Serve quindi fare domanda?
- Quanto spetta di sconto sull’acquisto
- Elettrodomestici inclusi nel bonus 2025
- Manca però l’ultimo decreto
- Differenza tra Bonus elettrodomestici 2025 e Bonus mobili ed elettrodomestici
Bonus elettrodomestici fino a esaurimento soldi
Diciamo subito che il contributo economico per l’acquisto di elettrodomestici viene finanziato con un fondo di 50 milioni di euro. Lo Stato quindi potrà erogare soldi solo fino al raggiungimento di questa cifra complessiva, suddivisa per tutta la platea di cittadini/e. In sostanza L’agevolazione è disponibile fino all’esaurimento delle risorse disponibili.
I ritardi sul Bonus elettrodomestici 2025
Il bonus elettrodomestici ha subito diversi rallentamenti. Il decreto attuativo, atteso entro febbraio, non è ancora arrivato. Il problema principale riguardava il limite imposto sulla classe energetica: per ottenere l’incentivo, gli elettrodomestici dovevano essere almeno di classe B, escludendo così quelli con consumi più alti.
Ma questa soglia si è rivelata troppo rigida. Molti prodotti fabbricati in Italia non rientrano in questa categoria, e il rischio era quello di penalizzare fortemente l’industria nazionale.
La questione ha creato tensioni sia tra le aziende del settore nello stesso Ministero delle imprese e del made in Italy. Nodo che pare essersi sciolto con un emendamento al decreto Bollette, presentato nei giorni scorsi, che ha cancellato l’obbligo della classe B come requisito minimo, riaprendo la strada al bonus.
Niente click day: come funziona quindi il Bonus
Secondo il testo dell’emendamento, il bonus si potrà ottenere solo per l’acquisto di elettrodomestici prodotti in uno stabilimento all’interno dell’Unione europea.
Inoltre, chi compra un nuovo apparecchio dovrà smaltire quello vecchio, a patto che sia di una classe energetica inferiore rispetto al nuovo.
La novità attesa poi è che il contributo sarà applicato direttamente come sconto in fattura: il cliente pagherà meno al momento dell’acquisto e sarà poi il venditore a recuperare lo sconto sotto forma di credito d’imposta, utilizzabile solo in compensazione. La gestione del bonus passerà attraverso la piattaforma digitale di PagoPA, mentre i controlli e le verifiche saranno affidati a Invitalia.
Non ci saranno quindi click day di prenotazione del bonus, come avviene ultimamente in molte erogazioni di contributi statali.
Serve quindi fare domanda?
No, non ci sarà un click day né una procedura di prenotazione. Il bonus sarà applicato direttamente sotto forma di sconto in fattura al momento dell’acquisto, nei limiti delle risorse disponibili.
Quanto spetta di sconto sull’acquisto
Il bonus elettrodomestici coprirà il 30% del prezzo d’acquisto, fino a un massimo di 100 euro.
Importo che potrà salire a 200 euro per le famiglie con Isee inferiore a 25mila euro. Il contributo sarà applicato come sconto diretto al momento dell’acquisto, ma resta vincolato alla rottamazione di un vecchio elettrodomestico di classe energetica più bassa.
Per finanziare la misura sono stati stanziati 50 milioni di euro. Una cifra che, secondo le stime, dovrebbe bastare a coprire diverse centinaia di migliaia di richieste. Nonostante non sia previsto un click day, è probabile che, una volta esauriti i fondi, il bonus non sarà più disponibile.
Elettrodomestici inclusi nel bonus 2025
La lista precisa verrà definita dal decreto attuativo, ma si parla di grandi elettrodomestici come frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie e forni, asciugatrici, piani a induzione e fornelli. Occorre però attendere maggiori dettagli su questo.
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Manca però l’ultimo decreto
Detto ciò, non si può comunque ancora cantar vittoria. Non è ancora il momento di usufruire del bonus elettrodomestici, manca infatti l’ultimo tassello: una volta approvato il decreto Bollette, si attende un altro decreto interministeriale di attuazione fra Ministero del Made in Italy e Ministero dell’Economia, che comunque dovrebbe essere in dirittura di arrivo.
Differenza tra Bonus elettrodomestici 2025 e Bonus mobili ed elettrodomestici
Attenzione a non confondere il contributo per l’acquisto di elettrodomestici introdotto dal Decreto Bollette con l’altro Bonus mobili ed elettrodomestici (già da tempo in vigore per chi ristruttura casa).
Oltre al nuovo bonus elettrodomestici, esiste infatti un’altra agevolazione simile, ma con regole diverse. È il bonus mobili ed elettrodomestici legato alle ristrutturazioni. In questo caso non si tratta di uno sconto diretto, ma di una detrazione fiscale: chi acquista mobili o grandi elettrodomestici per arredare una casa in ristrutturazione può recuperare parte della spesa tramite la dichiarazione dei redditi. Per il 2025, la detrazione si applica su un massimo di 5.000 euro, comprese le spese di trasporto e montaggio, e va suddivisa in dieci rate annuali di pari importo. Negli anni precedenti il tetto era più alto: 8.000 euro nel 2023, poi ridotto a 5.000 nel 2024. Il pagamento deve avvenire con strumenti tracciabili, come bonifico o carta. Non sono ammessi contanti, assegni o altri metodi non verificabili.
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Foto copertina: istock/AlexLMX