Affiancato dal ministro Maria Elena Boschi, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha aperto oggi ufficialmente la “fase due” del suo governo, dopo i primi mesi che lo hanno visto, in rapida successione protagonista di alcune leggi contestate, come la riforma PA, e altre ancora in fase di analisi da parte del governo. Ma, indubbiamente, ad aver segnato il debutto dell’ex sindaco di Firenze a palazzo Chigi, è il bonus degli 80 euro concesso a tutti i lavoratori al di sotto dei 26mila euro lordi di reddito annuo, un intervento gradito da gran parte dei destinatari, come ha testimoniato il 40,85 delle elezioni europee, ma che tecnici e istituti contabili hanno bocciato a più riprese.
Ultimo, in ordine di tempo, il responso del Codacons, che, certificando i dati sui consumi del mese di giugno, primo mese in cui gli 80 euro sono arrivati nelle buste paga di circa 10 milioni di italiani, ha certificato come l’impennata attesa non si sia verificata. Anzi, le stime parlano di ulteriore contrazione delle spese per alcuni settori merceologici in particolare difficoltà ben prima che arrivassero i famosi 80 euro.
I mille giorni
A maggio 2017, ha assicurato Matteo Renzi, saremo giudicati per quello che faremo. Così, l’orizzonte delle riforme rimane quello di fine legislatura, a pochi mesi dalla scadenza naturale del quinquennio inaugurato con le elezioni di febbraio 2013, da cui non si è registrato un vero vincitore.
Addirittura, il premier non si è limitato a promettere di lasciare inalterato il bonus – Padoan da tempo sta cercando di prodigarsi per renderlo strutturale dal momento che al momento è confermato fino a dicembre – ma addirittura non ha negato un possibile allargamento, senza, però, “voler illudere nessuno”, ha tenuto a specificare il premier. Nei mesi scorsi, sugli 80 euro, si era parlato di un possibile allargamento ai pensionati: Renzi non ha indicato i possibili beneficiari di un ampliamento di platea, ma rimane possibile che la prossima categoria sia proprio quella di chi percepisce una pensione entro i mille euro, cioé gran parte delle prestazioni Inps.
Contro il rischio di “annuncite”, ha illustrato il premier, viene messo in rete un sito web ad hoc, passodopopasso.italia.it, nel quale si troveranno l’avanzamento dei lavori dei singoli provvedimenti e il margine di tempo entro cui andranno portati all’approvazione definitiva.
Jobs Act. Primo tema in agenda per il governo rientrato nei ranghi, è certamente l’arrivo in aula al Senato del ddl sul Jobs Act, fratello del decreto approvato nei mesi scorsi, che andrà a completare la riforma del mercato del lavoro.
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