Ancora, però, sono molti i commenti scettici attorno al provvedimento più discusso, l’agevolazione degli 80 euro al mese per i lavoratori dipendenti che percepiscano un reddito inferiore ai 24mila euro annui lordi.
I più accaniti detrattori della manovra del governo, infatti, accusano il presidente del Consiglio di aver realizzato uno spot elettorale alla causa del Partito democratico, di cui è anche segretario, per accrescere il consenso consegnando ai redditi più bassi tra i lavoratori subordinati un “contentino” in vista delle elezioni europee.
Del resto, la scadenza temporale appare alquanto allusiva: urne aperte il 25 maggio, bonus in busta paga a partire dal 27, esattamente due ore dopo. In ogni caso, chi terrà conto della questione nel segreto del voto, dovrà comunque compiere un atto di fede, o di sfiducia, nei confronti dell’esecutivo in carica e particolarmente del suo primo ministro.
Per rassicurare l’intera platea degli interessati, nei giorni scorsi il premier Matteo Renzi ha postato su Twitter la foto di un cedolino di un dipendente della pubblica amministrazione che sarà coinvolto nell’ondata di incrementi di stipendio promessa dal governo. I circa 786mila documenti sugli stipendi della Pubblica amministrazione, infatti, sono già pronti, in netto anticipo rispetto a chi lavora nel privato.
Con questa foto, l’obiettivo di Renzi era evidentemente quello di pietra tombale sulle polemiche attorno al punto del Jobs Act più contestato. In realtà, però, anche questa prova non è stata sufficiente e addirittura, c’è chi è arrivato a sostenere che il premier abbia pubblicato un cedolino falso.
A dare la stura alle polemiche la voce secondo cui, nel cedolino diffuso su internet, gli 80 euro sarebbero stati lordi e non netti, aspetto non da poco, dal momento che il bonus, in quel caso, verrebbe fortemente a ridimensionarsi.
Essendo stati inseriti nella sezione delle competenze, infatti, come da immagine postata dal premier, i più avveduti hanno desunto che quella cifra dovrebbe andare ad accumularsi come reddito imponibile, e dunque soggetto a ridimensionamento dovuto alle imposte.
In realtà, il governo ha più volte assicurato che il il credito per la riduzione del carico fiscale, sarà netto, e andrà a raggiungere, da qui a dicembre, 640 euro totali, dunque meno dei mille euro annuali promessi dal governo. Forse un cedolino così importante per avrebbe dovuto essere compilato con maggiore attenzione da parte degli uffici statali, inserendo la voce degli 80 euro in un capitolo a parte per evidenziare al meglio
Poi cosa accadrà dal 2015, è ancora tutto da scoprire: la detrazione Irpef era stata concepita senza possibilità di marce indietro, invece, al momento, il bonus riguarda il solo 2014. Nei prossimi mesi, dunque, se il governo riuscirà a trovare altre – e, al momento, ignote – coperture, sarà garantita anche negli anni a venire l’agevolazione governativa: diversamente, ci potremmo ritrovare a dover pagare con una pesante manovra economica, di cui nessuno, al momento, vuole sentir parlare, lo stesso “regalino” del premier. Dote che, comunque, da qui a dicembre, ci sarà e porterà in tasca dei dipendenti con reddito meno alto, 640 euro netti.
Qui tutte le informazioni su chi prenderà gli 80 euro
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