Riguardo il Cavalierato, c’è il precedente di Calisto Tanzi a fare scuola: dopo la condanna, l’ex patron di Parmalat venne spogliato del titolo onorifico e c’è da presumere che lo stesso accadrà al fondatore della tv privata in Italia.
Sul fronte della carica elettiva, invece, c’è una norma recente a mettere all’angolo il leader Pdl: la recente legge sull’incandidabilità, approvata dal governo di Mario Monti nelle battute finali della sua esperienza di governo “tecnico”.
La norma, infatti, all’articolo 1, parla chiaro: “Il decreto prevede l’incandidabilità….per coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni reclusione per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a 4 anni”.
La condanna per frode fiscale comminata all’ex premier, ricade proprio sotto questa fattispecie: quattro anni di reclusione – che scenderanno a uno per effetto dell’indulto. Dunque, come alcuni esponenti del MoVimento 5 Stelle hanno già anticipato, a breve in Senato si dovrà votare per far decadere Silvio Berlusconi da senatore, non appena, cioè arriverà a palazzo Madama la notifica del pubblico ministero sull’avvenuta condanna.
In aggiunta, un altro smacco che dovrebbe subire Berlusconi, è quella del ritiro dei suoi passaporti: quello da comune cittadino e quello da diplomatico, avendo svolto, in passato l’incarico di presidente del Consiglio: di questo aspetto, dovrà occuparsi direttamente la Farnesina.
Ma non c’è solo l’effetto sul presente di Berlusconi parlamentare: anche eventuali candidature per prossime elezioni politiche saranno vietate al Cavaliere “disarcionato”. Almeno per i prossimi 6 anni, dice la legge Monti-Severino, il Cavaliere dovrà restare fuori dal Parlamento. Il che porta la sua già veneranda età a 83 candeline, forse un po’ troppe per ricandidarsi a premier.
Vai al testo di legge su incandidabilità e ineleggibilità
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