Il Barometro dei trasporti segna uno storico sprint finale nel 4° trimestre 2015. Nonostante un autunno meno fecondo del previsto. Dati economici in declino in Europa, il problema dei rifugiati, il pessimismo delle aziende: la congiuntura economica è diventata decisamente più preoccupante verso fine anno e questo ha influito anche sul Barometro dei trasporti di TimoCom. Il rapporto carichi-mezzi, pari a 46:54 nel 4° trimestre del 2015, si è rivelato ben al di sotto delle attese. Ciononostante, l’ultimo trimestre dell’anno era iniziato in modo decisamente positivo.
A ottobre il settore dei trasporti europeo era riuscito a mantenere lo slancio dell’estate. Con un rapporto carichi-mezzi di 49:51, il mese superava lievemente il risultato ottenuto nell’anno precedente (48:52 nel 2014). Particolarmente degno di nota è stato il fatto che quest’anno la flessione “normale” dei volumi di carico tra settembre e ottobre non è stata neppure lontanamente così forte come quella che si era verificata negli anni precedenti. Nel 2013 e 2014 la percentuale di carichi è scesa di cinque punti percentuali in questo intervallo di tempo, mentre nel 2015 il calo è stato di soli tre punti percentuali.
È stata la parte centrale del trimestre a rovinare il bilancio
Nel mese di novembre si è assistito a un crollo dei volumi di carico. La percentuale di carichi ha perso ben undici punti percentuali sul mercato dei trasporti europeo, il crollo più pesante registrato in un mese dal 2011. A fine novembre il rapporto carichi-mezzi era pari a 38:62. Nell’ultima relazione trimestrale Marcel Frings, Chief Representative di TimoCom, aveva previsto un novembre estremamente positivo e una percentuale di carichi superiore al 50%: “In effetti si è verificato l’esatto contrario. Questo dimostra da un lato che non posso aspirare a una carriera da chiaroveggente o da oracolo di Erkrath”, scherza Frings, “ma dall’altro conferma ancora una volta l’imprevedibilità e il dinamismo del settore dei trasporti e della logistica”.
Le sue previsioni non si basavano certo su una sfera di cristallo, bensì su fatti oggettivi. Se si osservano i dati storici riguardanti entrambi i trimestri conclusivi, i presupposti nel 3° trimestre erano tali da poter ragionevolmente prevedere un aumento dei carichi a novembre.
Tuttavia, quest’anno i clienti, i produttori e i fornitori di servizi di trasporto si sono preparati con un po’ di ritardo alle festività natalizie. E questo ritardo ha poi influito positivamente sui risultati di dicembre. Nell’ultimo mese dell’anno infatti il Barometro ha dato il meglio di sé, registrando un’incredibile crescita di 13 punti della percentuale di carichi. Uno sprint finale di questo tipo non si era mai verificato da quando si rilevano e si raccolgono i dati relativi al barometro dei trasporti. Grazie a questo grande sforzo, dicembre si è concluso con una lieve eccedenza di carichi (51:49).
Stabilizzazione in vista per il 2016
Complessivamente, il bilancio finale dell’intero 2015 ha registrato un rapporto carichi-mezzi di 47:53, superiore di due punti percentuali rispetto all’anno precedente (45:55). In tutti i bilanci trimestrali, la quota di carichi è sempre stata superiore al risultato dell’anno precedente. Le prospettive sono moderatamente positive. “Senza sfera di cristallo, in questo momento è davvero difficile immaginare come sarà il 2016. Il pericolo di attentati terroristici e i timori conseguenti, i crescenti controlli di sicurezza e i conflitti tra i paesi per quanto riguarda il problema dei rifugiati sono tutti aspetti che influenzeranno direttamente l’economia europea”, afferma Frings. “Indipendentemente da tutto questo, tuttavia, si intravvedono segnali positivi per il 2016. Per esempio, Spagna e Irlanda sembrano essere uscite dalla crisi mostrando segnali di ripresa e una crescita economica non soltanto in aumento, ma anche qualitativamente migliore. Alla base di questa ripresa ci sono i consumi, favoriti da un aumento dell’occupazione e delle retribuzioni. Naturalmente, in un’area eterogenea come l’Europa, questo effetto positivo non è visibile ovunque allo stesso modo. Tuttavia, se osservato insieme ai dati relativi alla crescita, è abbastanza evidente da farci ritenere più probabile una stabilizzazione positiva piuttosto che una recessione di lunga durata”.
Posted by Massimiliano Barberis
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