Questo lunedì, dunque, per la compagine grillina è stato certamente meno amaro dello scorso 26 maggio, quando i sostenitori del MoVimento si risvegliarono lontanissimi dal Partito democratico, che aveva raggiunto un incredibile 40,8%. Ora, invece, i risultati dei testa a testa in quei Comuni dove nessun candidato aveva raggiunto il 50% dei voti assoluti, sembrano portare a un quadro generalmente più equilibrato.
Il vero shock, per Matteo Renzi, è quello di aver perso, con Livorno, non solo una città tra i simboli più forti e longevi della sinistra italiana – che ha dato i natali anche a un presidente emerito della Repubblica e padre dell’euro, Carlo Azeglio Ciampi – ma anche della Toscana, regione di provenienza dello stesso presidente del Consiglio, dove la sua figura di leader si è imposta sin dalle primissime battute del suo avvento sulla scena nazionale. Il centrosinistra è finito ko fermandosi a 47 punti percentuali contro i 53 del candidato e neosindaco grillino.
Chi è Filippo Nogarin
Nato a Castiglioncello, frazione di Rosignano marittimo, quarantaquattrenne, ingegnere aerospaziale, Nogarin ha svolto fino a ieri il lavoro di libero professionista nel settore della tecnologia dell’informazione. Della sua carriera, si segnala la partecipazione al progetto del primo generatore eolico prodotto da Enel. Tra i suoi hobby, la fotografia e la vela come segnala il sito lanazione.it
Nonostante abbia raccolto appena il 19,01% dei voti due settimane fa al primo turno, Nogarin è riuscito a imporsi sul favorito Marco Ruggeri, della coalizione di centrosinistra, che partiva invece dal 40%. Un po’ come successo nel 2012 con Federico Pizzarotti a Parma, dunque, il MoVimento 5 Stelle, si dimostra temibilissimo per i ballottaggi, vista la trasversalità del consenso di cui riesce a godere. Sebbene, in termini di voti assoluto, ancora non riesca ad avere la meglio sul Partito democratico, nelle elezioni a doppio turno, riuscendo a togliere di mezzo il candidato del centrodestra, il partito di Grillo è in grado di imporsi nel testa a testa dei ballottaggi, potendo contare su un’ampia capacità di mobilitazione dei propri iscritti e di convogliare sui propri candidati appoggio di frange idealmente vicine alle coalizioni sconfitte al primo turno. E questo, anche in vista di un’approvazione dell’Italicum, è un fattore di cui la coalizione di maggioranza potrebbe tenere conto.
Gli altri risultati dei ballottaggi
Altre brutte notizie, per il centrosinistra, sono in arrivo da Perugia (passato al centrodestra), Potenza (vincono i Fratelli d’Italia della Meloni) e Padova (si impone la Lega, nella settimana calda dello scandalo Mose). Il Pd, comunque, può sorridere per la sconfitta del candidato grillino a Modena – dove il centrosinistra era arrivato a un passo dalla maggioranza assoluta 15 giorni fa – e della conferma di Bari, dove Antonio Decaro raccoglierà il testimone di Michele Emiliano. Vince anche Giorgio Gori, ex guru delle campagne elettorali di Renzi, che diventa primo cittadino di Bergamo, facendo cadere un’altra città simbolo, ma stavolta del Carroccio. In generale, il Pd rivendica di aver preso le amministrazioni di 162 Comuni oltre i 15mila abitanti, contro i 37 del centrodestra e i due del MoVimento 5 Stelle.
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