Libretto Circolazione addio da giugno 2018. Risparmio di 39 euro con Riforma Madia

Redazione 21/02/17
Libretto di circolazione e certificato di proprietà addio da giugno 2018. Approvato definitivamente da parte di Ministero dell’Economia e della P.A., il decreto legislativo nell’ambito della Riforma Madia: la deadline sarebbe dovuta essere il 28 febbraio prossimo.

Documento unico di Circolazione Stradale: cos’è?

Dopo il trasferimento di alcune competenze del Pra (Pubblico Registro Automobilistico) gestito dall’Aci, in capo alla Motorizzazione civile, arriva anche il documento unico di circolazione. In gestazione da ben due anni, consiste in un documento riassuntivo sia del libretto di circolazione sia del certificato di proprietà, che saranno sostituiti integralmente dal 2018. Già da tempo, negli altri paesi europei, esiste un unico documento di circolazione.

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Auto, Pubblico Registro Automobilistico e Motorizzazione unificate

Prima del completamento della riforma della pubblica amministrazione, infatti, il Pra rilasciava il certificato di proprietà, mentre la Motorizzazione quello di circolazione. La buona notizia non consiste solo nella semplificazione delle procedure burocratiche relative all’auto, ma anche in un effettivo risparmio per ciascun cittadino.

Al momento dell’immatricolazione del veicolo, nonché ad ogni passaggio di proprietà, infatti, risparmierà ben 39 euro, essendo dovuti solo 61 euro a fronte dei 100 euro scorsi. Il risparmio discende dal fatto che dovranno pagarsi solamente due bolli, e non più quattro.

Riforma Madia: approvazione del decreto entro il 28 febbraio

In particolare, la somma complessiva è costituita dal costo di rilascio di certificato di proprietà e carta di circolazione (che da 64 scenderà a 32 euro), oltre alla tariffa fissata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (che da 37 euro scende a 30).
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Pur sopravvivendo entrambe le agenzie, l’unificazione dei documenti è possibile grazie alla nuova idea di co-gestione dei dati tra le due, in un progetto di sharing di tutte le informazioni contenute nelle banche dati di propria gestione. È defintivamente tramontato, dunque, il progetto iniziale che vedeva la concreta fusione dei due enti.

Tuttavia, si stima una perdita di gettito per lo Stato intorno ai 50 milioni di euro l’anno.

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