Authority sui conti pubblici, Italia pronta a partire

Redazione 25/11/11
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La proposta era arrivata qualche giorno fa dalla Commissione europea: istituire un’autorità di controllo sulla spesa pubblica per garantire una maggiore stabilità dell’Eurozona. L’idea di questo nuovo organo di controllo non dispiace al premier Monti, anzi il governo italiano potrebbe decidere di adottarla a livello nazionale proponendola alla Camera dei Deputati martedì prossimo in occasione della votazione sul ddl del pareggio di bilancio.
Continuano a rincorrersi le varie ipotesi sul pacchetto fiscale che forse sarà già anticipato durante il Consiglio dei Ministri di oggi. Tra le proposte al vaglio dell’esecutivo, come già anticipato nei giorni scorsi, ci sono la Super Imu sulla casa, la revisione delle rendite catastali, l’aumento dell’IVA, la riforma delle pensioni e del lavoro, le dismissioni del patrimonio pubblico e forse la patrimoniale.
In attesa di conferme o smentite da parte dell’esecutivo, il sindacato UIL ha presentato un nuovo studio legato ai costi legati alle tasse sulla casa per le famiglie italiane, una spesa che potrebbe variare da 136 euro (ICI) a 340,15 euro (IMU più Res).
L’indagine ha preso a campione il costo annuo delle possibili imposte riferita ad un appartamento di 80 mq., categoria A/2 (abitazione civile) o A/3 (abitazione economica e popolare) che è il taglio medio delle Città Capoluogo, analizzandone le rendite catastali rapportate a 5 vani e siti in zona censuaria semiperiferica.
Il calcolo è stato fatto elaborando le nuove imposte con l’attuale percentuale di rivalutazione catastale (5%) e con una rivalutazione delle rendite del 15%.
Per l’IMU (Imposta Municipale Unica) la simulazione predisposta dalla UIL prevede l’aliquota ordinaria del 6,6 per mille (i Comuni hanno facoltà di aumentarla o diminuirla fino ad un massimo del 3 per mille), e, le attuali detrazioni per la prima casa, deliberate dai Comuni per il 2011.
Mentre per la Res (Rifiuti e servizi) si è presa in considerazione l’aliquota del 2 per mille senza detrazioni, in quanto non previste.
Sono tutte queste ipotesi concrete, spiega Guglielmo Loy – Segretario Confederale UIL, che sono aperte nel “dossier fisco” del nuovo Governo Monti.
Il risultato potrebbe essere però drammatico secondo il sindacato: innalzamento della pressione fiscale e, soprattutto, poche difese per chi in questi anni ha pagato tutto il pagabile e che vede in forte sofferenza il proprio potere d’acquisto: lavoratori dipendenti e pensionati.
Ecco perché la UIL esprime fortissime perplessità all’introduzione indiscriminata di nuovi e onerosi balzelli in assenza di tutele (esenzioni o agevolazioni) per chi vive di reddito fisso.
Tornando ai dati della simulazione, commenta Loy, se la semplice reintroduzione dell’ICI sulla prima casa, con le attuali regole, costerebbe mediamente 136,00 euro l’anno a famiglia, la sua trasformazione in IMU potrebbe costare mediamente 210,40 euro (276,48 per un immobile in A/2 e 144,31 in A/3), con un aumento del 70,2% rispetto alla “vecchia ICI”.
Importi che arriverebbero a 231,44 euro (304,12 in A/2 e 158,74 in A/3), nel caso di una rivalutazione delle rendite catastali del 15%.
A ciò si aggiungono i 99,26 euro (120,25 per una abitazione in A/2 e 78,27 euro per una abitazione in A/3), che arriverebbero a 108,71 euro (131,70 in A/2 e 85,72 in A/3), in caso di rivalutazione del 15% delle rendite catastali, dall’introduzione della nuova Res soltanto per la parte “Servizi” (illuminazione pubblica, polizia locale, anagrafe,ecc.), escludendo quindi la parte dei rifiuti.
Tra l’altro la Res peserebbe, contrariamente all’ICI, su chiunque occupi un immobile adibito ad abitazione (comprese le famiglie in affitto), indipendentemente dalla proprietà dell’immobile.
Il risultato è che secondo le nostre stime, la sola IMU, produrrà un gettito di 5,7 miliardi di euro con le attuali rendite catastali, che diventerebbero 6,3 miliardi di euro nel caso di una rivalutazione delle rendite del 15%.
Mentre l’introduzione della Res produrrà un gettito complessivo di 3,1 miliardi di euro con le attuali rendite catastali, che arriverebbe a 3,4 miliardi di euro con la rivalutazione del 15% delle rendite.
Quindi un potenziale extragettito strutturale di oltre 9,7 miliardi di euro.
Ovviamente i dati esposti  dalla UIL sono la media delle 104 Città, ma gli importi variano sensibilmente a seconda della residenza, delle rendite catastali.
Nel caso dell’IMU, essa aumenta generalmente in tutte le Città, fatta eccezione per Carrara, Taranto ed Enna dove già oggi l’aliquota dell’ICI è più alta dell’aliquota ordinaria dell’IMU (7 per mille a fronte del 6,6 per mille dell’IMU).

Redazione

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