Aumento IVA al 24%: le conseguenze della manovra

Redazione 10/03/17
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Il lavoro più brutto fra i lavori brutti è senza dubbio quello del traghettatore. Non il traghettatore vero e proprio, quello se la passa bene. L’allenatore traghettatore, quello che prende in mano la squadra di calcio verso marzo/aprile e la porta fino a fine stagione, ben sapendo di non avere chance di essere confermato per l’anno successivo. Ecco, peggio del mestiere di traghettatore c’è solo quello di esecutivo di passaggio, lo sa bene Gentiloni e lo sa pure Mario Monti, che lo ha preceduto. L’uomo che deve fare quello che si deve fare, piaccia o meno. Ma andiamo subito al punto.

L’aumento dell’Iva chiesto dall’UE

La notizia, in breve, è questa: l’UE chiede all’Italia di alzare l’Iva, dal 22% al 24% quella ordinaria e dal 10% al 13% quella agevolata. La manovra sarebbe stata pianificata dai tecnici dell’Unione al fine di spostare il peso fiscale dal lavoro ai consumi cosa che, nei palazzi di Bruxelles ne sono certi, farebbe ripartire il volano dell’economia italiana e farebbe crescere il reddito disponibile delle fasce medio-basse. Si prenderebbe di mira soprattutto l’Iva più bassa, in modo da tagliare le agevolazioni fiscali.

L’aumento dell’Imposta Valore Aggiunto è minacciato ormai da molti anni, ed è uno dei leitmotiv ogni volta che ci si avvicina alla fine dell’anno, salvo essere poi rimandato grazie a clausole di salvaguardia stipulate con l’Unione Europea. Per evitare l’aumento per il 2018 dell’Iva servono quasi 20 miliardi. Tagli, manovre, nuovi balzelli e tasse potrebbero, per questa volta, non bastare.

Un po’ di cifre

Il gettito fiscale garantito dall’aumento dell’Iva dovrebbe essere pari a 15,1 miliardi di euro. Ciò a fronte di un carico annuo sule famiglie di 414€ e di un aumento dei prezzi al consumo dell’1,4% circa. Se vi pare una richiesta esosa, sappiate che la Corte dei Conti ha già rilevato come l’Italia sia in coda agli altri paesi UE per incidenza dell’IVA sul PIL (6%, circa lo 0,8% in meno rispetto agli altri paesi comunitari).

Un po’ di politica

La notizia sta circolando ormai da qualche giorno e le reazioni si inseguono da domenica,

Moscovici aumento IVA
Pierre Moscovici, Commissario europeo per gli affari economici e monetari.

quando Renzi è andato da Vespa a dettare la linea: non si tocchi l’Iva, sarebbe un grave errore politico. Nì al taglio delle tasse sul lavoro, a proposito del quale si attende di capire le proposte concrete. Sì a Gentiloni fino al 2018 se “fa cose”.

Dal canto suo l’Unione sta alla finestra, osserva, aspetta. Moscovici è stato piuttosto preciso nelle dichiarazioni delle ultime ore. Attestati di stima in direzione di Matteo Renzi, ma non è più lui il premier e non è più suo compito prendere decisioni. La palla è in mano al governo italiano, l’UE ha indicato il gap da colmare e ha fatto la sua parte. Se non arriveranno proposte più efficaci si proseguirà con l’aumento dell’Iva.

Chi sarà a metterlo in atto e a firmare le carte? Il traghettatore, a suo danno. Il peggior lavoro del mondo, si diceva. Perché non è vero che non si sa cosa fare per risollevare l’economia. Strade ce ne sono e molti le conoscono. Il problema è che nessuno conosce il metodo per farsi rieleggere dopo.

Marco Vitali

Redazione

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