Nel 2014 è prevista la cosiddetta tassa sull’alcool che incrementerà le accise su birra, prodotti intermedi e superalcolici per recuperare parte delle risorse (448 milioni) a copertura del decreto scuola. Il provvedimento verrà messo in atto in tre fasi: un primo rincaro scatta il 10 ottobre 2013, un altro il 1° gennaio 2014, il terzo il 1° gennaio 2015. L’imposta relativa alla birra cresce da 2,33 a 2,66 euro per ettolitro e grado il 1° ottobre, per passare poi a 2,70 da inizio 2014. Considerando anche l’Iva, che incide a sua volta sull’accisa, il rialzo è del 33%.
Stessa sorte per prodotti alcolici intermedi e alcool etilico: il prelievo si allarga da 68,51 a 77,53 euro su tutte le bevande con gradazione inferiore ai 22 gradi, vino escluso, e addirittura da 800,01 a 905,51 euro per ogni ettolitro di etanolo. Assobirra denuncia un carico fiscale pari al 47%, in una progressione di rincari che tra il 2004 e oggi ha toccato +114%.
Si accende la tassa sulle e-cig. Il decreto legge 76/2013, il dl lavoro, stabilisce una imposta di consumo del 58,5% sulle sigarette elettroniche dal 1° gennaio 2014. Questo si rifletterà su tutti i “i prodotti contenenti nicotina o altre sostanze idonei a sostituire il consumo dei tabacchi lavorati nonché i dispositivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio, che ne consentono il consumo”. Quindi, le cosiddette svapore (“prodotti contenenti nicotina”) e tutti gli accessori che le fanno funzionare: batterie, ricariche ed essenze. In principio i 117 milioni attesti per questa misura dovevano coprire il rinvio Imu, ora invece faranno da cuscinetto per mantenere la sospensione dell’Iva.
Previsto il passaggio dell’aliquota da 4 a 10% per distributori automatici di alimentari e bevande; il ritocco si scaricherà, testualmente, sulle “somministrazioni di alimenti e bevande effettuate mediante distributori automatici collocati in stabilimenti, ospedali, case di cura, uffici, scuole, caserme e altri edifici destinati a collettività”. Il prelievo dovrebbe contribuire a reperire parte dei 200 milioni di euro di copertura alla proroga dei cosiddetti eco-bonus sulle ristrutturazioni, dell’ecobonus del 65% per l’efficienza energetica in edilizia e agli sgravi al 50% per le ristrutturazioni degli edifici.
Dal 2014 debutta la service tax, che in pratica sarà un prelievo sia sugli immobili sia sul servizio rifiuti. La vera novità della service tax (in attesa di conoscerne nel dettaglio la disciplina con la legge di stabilità) è che inciderà per una parte – che il Governo ha già anticipato sarà limitata – anche sugli inquilini. Quindi non peserà solo su chi possiede l’immobile ma anche su chi vive in affitto.
Per quanto riguarda l’imposta di registro dal 1° gennaio 2014 in tutti i casi in cui si applica l’imposta fissa e non quella proporzionale, la somma da pagare passerà da 168 a 200 euro. L’intervento inserito nel decreto scuola (Dl 104/2013) concerne tra gli altri diversi atti societari ma anche i contratti di comodato di beni immobili, gli atti costitutivi e modificativi di Onlus e di associazioni in genere, l’accettazione e la rinuncia di eredità, la pubblicazione del testamento, la procura, le convenzioni matrimoniali, le associazioni temporanee di impresa, l’atto istitutivo del trust, le convenzioni urbanistiche, il contratto preliminare, gli atti notori, i verbali di inventario. Le stime della relazione tecnica prevedono un incremento di gettito di 48 milioni di euro a partire dal prossimo anno.
Gli aumenti, tuttavia, non saranno solo diretti ma anche indiretti. Già dalla dichiarazione dei redditi 2014 ci saranno meno sconti fiscali per il bonus sulle polizze vita e infortuni. Il decreto Imu di fine agosto ha, infatti, diminuito il limite massimo della detrazione Irpef da 1.291 euro all’anno a 630 euro per l’anno d’imposta 2013 e a 230 euro dall’anno d’imposta 2014. Questo comporta che il bonus fiscale (detrazione 19%) si riduce da 245 euro annui a 120 euro nella dichiarazione dei redditi (Unico o 730 da presentare l’anno prossimo) e a 44 euro per l’anno seguente.
La rimodulazione dell’addizionale Irpef da parte del Comune di Milano è stata la notizia che forse ha destato più clamore anche se il capoluogo lombardo non è certo il solo. Tra chi l’ha introdotta per la prima volta (30) e chi invece l’ha aumentata (539), sono 569 i sindaci che hanno fatto leva su questa tassa per assicurarsi entrate più cospicue. L’effetto delle addizionali è una vera e propria onda lunga perché si percepisce l’anno dopo. I lavoratori dipendenti inizieranno a sentire il rincaro (che sarà poi spalmato nei mesi successivi) a cominciare dalla busta paga di marzo. Gli autonomi e le imprese tassate a Irpef se ne accorgeranno in maniera più sostanziosa al momento dell’autoliquidazione a giugno-luglio del 2014.
In materia di Iva, a fine giugno, è stato trovato un miliardo scarso per farne slittare l’incremento di 3 mesi. Ad ogni modo la questione torna d’attualità visto che 1° ottobre rischia di scattare l’aumento dell’aliquota ordinaria dal 21% al 22%, anche se come anticipato dal capogruppo Pdl alla Camera, Renato Brunetta, è allo studio un provvedimento per un’ulteriore posticipo. Il rincaro riguarderebbe; abbigliamento, elettrodomestici ed elettronica di consumo, gran parte degli autoveicoli, servizi legali e professionali. Un ulteriore rinvio di qualche mese, però, si potrebbe accompagnare a una revisione – da attuare con la legge di stabilità – degli attuali “panieri” vale a dire dei beni e dei servizi a cui si applicano le aliquote agevolate (4% e 10%), che potrebbe scattare proprio dal 1° gennaio.
Un aumento dell’Iva dal 1° gennaio 2014 è stato già previsto dalla legge di stabilità 2013 – votata dal precedente Parlamento – per le cooperative sociali. Le prestazioni sociali fornite da cooperative sociali e loro consorzi, in esecuzione di contratti di appalto e di convenzioni in generale, sconteranno l’Iva del 10 per cento. Aliquota ordinaria, invece, le prestazioni svolte da cooperative non sociali e non Onlus e che non abbiano le caratteristiche per rientrare nell’applicazione delle esenzioni.
Il Dl 63/2013, il cosiddetto decreto sugli eco-bonus, stabilisce l’innalzamento dal 4 al 21% dell’Iva sui “supporti integrativi” dell’editoria, ossia l’oggettistica venduta in una confezione unica con quotidiani, periodici e libri. Il regime speciale dell’aliquota scatta il 1° gennaio 2014, e si applicherà a “nastri, i dischi, le videocassette e gli altri supporti sonori o videomagnetici ceduti, anche gratuitamente, in unica confezione, unitamente a giornali quotidiani, periodici e libri”. Sono esclusi dal rincaro i beni venduti con i libri per la scuola e l’università, inclusi dizionari e testi fruibili dagli ipovedenti. Nel rispetto di due condizioni: per essere considerato “didattico“, il bene non può essere commercializzabile separatamente e/o avere un prezzo distinto.
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