L’Ape, quindi, salvo intoppi dell’ultimo minuto, dovrebbe partire il prossimo 1° maggio. Il Governo sta per chiudere anche l’intesa con le banche che dovranno finanziare la misura, con il tasso annuo nominale che probabilmente si assesterà intorno al 2,75%.
Vediamo allora cosa bisognerà aspettarsi nei prossimi giorni e quando si avranno dati certi sull’anticipo pensionistico.
Poletti: decreti a giorni, l’Ape parte il 1° maggio
Molto chiare le parole di Poletti: “nei prossimi giorni presenteremo i decreti per l’applicazione dell’anticipo pensionistico, perché la scadenza la vogliamo rispettare“. L’Ape volontaria e l’Ape sociale dunque, nonostante i timori per i ritardi delle ultime settimane, dovrebbero entrare effettivamente in vigore il 1° maggio.
I confronti con i sindacati, però, continuano. Qualche elemento di frizione c’è ancora, in particolare la continuità dei 6 anni di lavoro gravoso per chi vuole accedere all’Ape sociale e l’inclusione dei lavoratori con fine del contratto a termine e non a seguito di licenziamento. Ma le questioni sembrano ormai essere in dirittura di arrivo, con un primo calendario lavori della fase 2 della riforma già pronto.
I prossimi due incontri con i sindacati, nei quali si affronterà il tema della pensione per i giovani, si svolgeranno il 6 e il 13 aprile.
Ape: quasi raggiunta l’intesa con le banche
Molto importante, come accennato in apertura, l’intesa tra il Governo e le banche che dovranno finanziare l’Ape. Le parti sembrano ormai essersi accordate su un tasso annuo nominale (Tan) intorno al 2,75%, anche se prima della firma effettiva del decreto e degli allegati il tasso potrebbe subire qualche lieve oscillazione.
Non è stato ancora definito, invece, il costo del premio assicurativo finale, che probabilmente sarà più alto del 29% previsto dalle slide del Governo dello scorso ottobre. Si parla, comunque, per una richiesta Ape pari all’85% della pensione, del 4,6 o 4,7% circa per ogni anno di anticipo richiesto.
Come funzionano Ape sociale e Ape volontaria?
Ma come funzionano esattamente l’Ape volontaria e l’Ape sociale?
Ricordiamo che l’Ape volontaria è la nuova forma di anticipo pensionistico per lavoratori dipendenti e autonomi introdotta dalla Legge di Stabilità 2017. Con l’Ape, i lavoratori che hanno almeno 20 anni di contributi potranno andare in pensione a 63 anni facendosi anticipare dalle banche l’importo pensionistico per il periodo che manca al raggiungimento della normale pensione di vecchiaia. La somma anticipata dovrà poi essere restituita a rate al raggiungimento dell’età pensionabile e per 20 anni, sotto la forma di trattenute mensili sull’assegno pensionistico.
L’Ape sociale, invece, è rivolta a determinate categorie di lavoratori svantaggiati e consente di accedere all’anticipo pensionistico a 63 anni senza prestiti bancari e quindi in maniera gratuita. In particolare, possono usufruire del beneficio:
- i disoccupati che non percepiscono le prestazione per la disoccupazione da almeno 3 mesi;
- gli invalidi civili con invalidità uguale o superiore al 74%;
- i lavoratori dipendenti che svolgono mansioni gravose da almeno 6 anni;
- i lavoratori che assistono da almeno 6 mesi un parente convivente con handicap grave.
Il requisito contributivo è pari a 30 anni per tutte le categorie tranne che per gli impegnati in mansione gravose, per il quali sale a 36 anni.
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