In che modo? Vediamo di quali benefici potrebbero usufruire con l’Ape i parenti di persone con disabilità grave.
Come funziona l’Ape sociale 2017?
L’Ape sociale è la tipologia di anticipo pensionistico che consente a determinate categorie di lavoratori in situazione di difficoltà di andare in pensione a 63 anni (quindi fino a 3 anni e 7 mesi prima del previsto) senza dover ricorrere a prestiti bancari e dunque senza dover restituire alcuna rata. L’intero processo è, in altre parole, a carico dello Stato.
Solo determinate categorie di lavoratori, tuttavia, hanno diritto all’Ape sociale a costo zero. Possono infatti usufruire del beneficio i disoccupati che non percepiscono le prestazione per la disoccupazione da almeno 3 mesi, gli invalidi civili con invalidità uguale o superiore al 74%, i lavoratori dipendenti che svolgono mansioni gravose da almeno 6 anni e, per l’appunto, i lavoratori che assistono da almeno 6 mesi un parente convivente con handicap grave.
La condizione di handicap grave è regolamentata dall’Art. 3, comma 3, della Legge 104/1992.
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Ape sociale: contano i contributi figurativi?
La Legge di Stabilità 2017 stabilisce che per accedere all’Ape sociale i lavoratori che convivono con un parente di primo grado in condizione di handicap grave devono aver maturato 30 anni di contribuzione.
Per averne la certezza bisognerà aspettare la pubblicazione dei decreti attuativi dell’Ape, ma sembra che nei 30 anni di contribuzione necessari potranno essere calcolati anche i contributi figurativi.
Si ricorda, in ogni caso, che l’Ape sociale non può superare i 1.500 euro mensili.
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Il congedo Legge 104 di due anni
Diverso il funzionamento del congedo straordinario di 2 anni per assistenza ai familiari handicappati.
Il congedo, previsto dalla Legge n. 53/2000 e dal D.Lgs n. 151/2001, dà diritto a una sospensione dell’attività lavorativa, che può anche essere frazionata, fino a un massimo di 2 anni. Il lavoratore che assiste il familiare convivente e portatore di handicap ha diritto a un’indennità corrispondente all’ultima retribuzione e l’intero periodo è coperto da contribuzione figurativa.
Il periodo dunque, salvo sorprese, dovrebbe rientrare nei 30 anni di contribuzione previsti per l’accesso all’Ape sociale a 63 anni.
L’Ape sociale per gli esodati Fornero
L’Ape sociale potrebbe dunque costituire un’ancora di salvezza per i lavoratori che hanno usufruito del congedo straordinario per assistere i parenti disabili e che sono stati in seguito penalizzati dalla riforma Fornero.
La riforma del 2012, infatti, alzando i paletti per la pensione anticipata, aveva provocato casi di esodati tra i parenti di persone con handicap grave che avevano usufruito del congedo contando poi di “agganciarsi” alla pensione. Le successive salvaguardie hanno poi tutelato i genitori di figli con disabilità grave, ma non tutti gli altri parenti di primo grado. L’Ape sociale potrebbe adesso cambiare le cose.
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