Ma non solo. Il personale domestico può contare sull’Ape sociale anche a seguito di scadenza di un rapporto di lavoro a termine, ossia in caso stato di disoccupazione. Ciò sarà unicamente possibile laddove:
- nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto, l’interessato abbia avuto un rapporto di lavoro della durata di 18 mesi;
- l’interessato abbia concluso, da almeno tre mesi, di godere della NASpI.
> Speciale Riforma pensioni <
Cos’è l’Ape social
Si ricorda, brevemente, che l’Ape sociale è stata per la prima volta introdotta dall’art. 1, co. 179 della L. n. 232/2016 (Legge di Bilancio 2017). Si tratta di un sussidio economico rivolto ad alcune categorie di lavoratori meritevoli di una particolare tutela da parte del legislatore e che accompagna il pensionato fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia (pari a 67 anni per l’anno 2019).
> Speciale Ape social <
Ape social 2019: requisiti
L’anticipo pensionistico può essere richiesto a condizione di aver raggiunto 63 anni di età. Inoltre è necessario:
- aver maturato entro il 31 dicembre 2019 almeno 30 anni (o 36 anni di contributi per i lavori gravosi), a seconda della categoria di appartenenza, con un massimo di 2 anni di sconto per le donne;
- aver cessato l’attività lavorativa;
- essere residenti in Italia;
- essere privo di una pensione diretta in Italia o all’estero;
- maturare una pensione di vecchiaia di importo non inferiore a 1,4 volte l’importo della pensione minima dell’INPS (710 euro circa).
Chi ha diritto all’Ape social
Ma chi sono i lavoratori che possono avanzare domanda di Ape sociale. Sostanzialmente la legge ha individuato specifiche categorie che versano in condizione disagiate e che meritano di poter andare in pensione con qualche anno di anticipo rispetto ai requisiti ordinari. Nello specifico stiamo parlando di:
- disoccupati;
- invalidi (superiore o uguale al 74%);
- caregivers (soggetti che assistono parenti disabili da almeno sei mesi. Sono inclusi il coniuge o un parente di primo grado, parente o affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti);
- addetti a mansioni cd. gravose (contenuti nel Decreto 18 aprile 2018).
> Legge 104: pensione anticipata per chi assiste disabili <
Ape social spetta anche a domestici, colf, badanti
Ora, ad aggiungersi all’elenco sopra riportato vi sono anche i lavoratori domestici che siano in stato di disoccupazione a seguito della scadenza del contratto a termine. In quest’ultimo caso, però, il legislatore pone due condizioni fondamentali:
- nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto il dipendente abbia avuto un periodo di lavoro di almeno 18 mesi;
- abbia concluso, da almeno tre mesi, di godere della prestazione di disoccupazione NASpI.
Si specifica, al riguardo, che i 36 mesi che devono essere conteggiati a ritroso per individuare i 18 mesi di lavoro dipendente, decorrono dalla data di scadenza del rapporto di lavoro a tempo determinato da ultimo svolto al momento della domanda di verifica delle condizioni di spettanza dell’Ape sociale. Non è necessario che i 18 mesi siano continuativi. A tal fine, infatti, si tiene conto di quanto risulta dalle comunicazioni obbligatorie, ossia dai singoli Unilav.
Quanto alla seconda condizione, è necessario aver fruito della NASpI per l’intera sua durata e non aver perduto lo status di disoccupazione nei successivi tre mesi dal termine della indennità di disoccupazione stessa. Pertanto, non possono fruire dell’Ape sociale i lavoratori domestici che non abbiano fatto domanda di NASpI pur avendone i requisiti o che non abbiano maturato i requisiti richiesti per l’accesso alla disoccupazione indennizzata.
Ape social lavoratori domestici: come fare domanda
La domanda di Ape sociale può essere presentata all’INPS esclusivamente al termine della fruizione totale della NASpI. Inoltre, è necessario aver maturato, entro il 31 dicembre 2019:
- 63 anni d’età;
- 30 anni di contributi.
Ai fini operativi, gli interessati non dovranno allegare alcuna documentazione alla domanda. L’INPS, infatti, verificherà direttamente la sussistenza di un contratto di lavoro a termine e la relativa data di scadenza sulla base della denuncia obbligatoria.
Trascorsi tre mesi dal termine della NASpI e dopo aver raggiunto il requisito anagrafico e contributivo, i lavoratori domestici possono inoltrare domanda di accesso all’Ape sociale.
Ape social: sconto contributivo per donne con figli
Si ricorda, infine, che le donne con figli possono accedere all’Ape sociale con uno sconto di un anno di contributi per ogni figlio, fino a un massimo di due anni. Quindi, ad esempio, chi ha due figli può accedere all’Ape sociale con 63 anni d’età e 28 anni di contributi.
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