“LA CORRUZIONE E’ MORTALE. FERMALA” (Cartellone pubblicitario collocato in India, su una pubblica via di un sobborgo periferico. Immagine pubblicata sul sito web MashGeek.com il 4 agosto 2012). India – Delhi, il governatore Arvind Kejriwal ha inaugurato una linea telefonica anti-corruzione attraverso cui qualunque cittadino potrà segnalare fatti e azioni illegali. Pare che le linee stiano scoppiando …
A volte dimentichiamo – tronfi ad oltranza – che gli altri, nel mondo, fanno più e meglio di noi.
Oh certo, anche in Italia, sul piano strettamente formale, la Legge Severino 190/2012 ha previsto ed introdotto una tutela specifica – meglio nota, in gergo anglosassone, come whistleblowing – per il dipendente pubblico che abbia il coraggio di denunciare illegalità cui si trovi ad assistere. Ma quanti sono i dipendenti che ne sono stati messi a conoscenza?
Ed anche il Piano Nazionale Anticorruzione approvato il 13 settembre 2013 – cui ha fatto eco l’Autorità Nazionale Anticorruzione nel suo primo Rapporto Informativo – ha indicato come punti strategicamente focali per la riuscita dell’intero programma anticorruzione: la diffusione di buone pratiche per la prevenzione della corruzione; la sensibilizzazione collettiva attraverso atti di indirizzo, informazione e formazione sul valore positivo del whistleblowing; la promozione della cultura della legalità tra i dipendenti pubblici, le comunità di settore, le associazioni di consumatori, gli studenti e la collettività in genere; la condivisione degli strumenti di prevenzione, sia all’interno che all’esterno della Pubblica Amministrazione; la propagazione di valori etici; la creazione di strumenti di collegamento e collaborazione con la cittadinanza; la richiesta di partecipazione alla società civile; tante e tante altre cose bellissime. A parole ….
Ma chi si sta preoccupando di diffondere tutto questo?
La televisione, i giornali, la nostra classe politica … che è poi quella che controlla e condiziona sia l’una che gli altri?
Chi, tra i nostri politici, dopo uno spossante anno di legislazione “anticorruzione”, ha mai utilizzato – una sola volta – questi strumenti mediatici per dire, spiegare, informare, sollecitare la cultura della legalità; o, chi si è in qualche modo preoccupato di spiegare alla gente cosa significa realmente Piano Nazionale Anticorruzione, Piani decentrati della Prevenzione della corruzione, White list, Responsabile della prevenzione della corruzione, Autorità Nazionale Anticorruzione, e tutti gli altri organi e istituti introdotti dal nuovo sistema anticorruzione?
…. A proposito dell’Autorità Nazionale Anticorruzione mi si vuole indicare, tra le centinaia che bazzicano in ogni angolo del nostro territorio, un politico che abbia avuto il buon garbo di porgerle un educato cenno di “benvenuto”? ….
Abbiamo una scadenza importante – il 31 gennaio – per l’invio dei Piani Triennali Anticorruzione al Dipartimento della Funzione Pubblica, e nelle Pubbliche Amministrazioni regna il caos più assoluto: dubbi, incertezze, timori, piani abbozzati alla meno peggio o passati da una mano all’altra o copiati-incollati da un computer ad un altro, cattiva informazione tecnica, eccetera, eccetera, eccetera. Una confusione generale in cui – manco a dirlo – c’è anche chi “ci marcia” allegramente e distribuisce furtivamente piani o proposte di piani anticorruzione taroccati.
E loro? I nostri beati e pasciuti rappresentanti politici? Cosa fanno, loro?
Si è mal dicenti se si constata che continuano a non muoversi di una sola tacca rispetto alle loro trite e ritrite beghe di partito e calcoli di maggioranza?
O, per caso, hanno cose più importanti a cui pensare?
Ma cosa c’è di più importante di una piaga – la corruzione, l’illegalità, l’immoralità – che negli ultimi decenni ha prosciugato miliardi e miliardi e miliardi di denaro pubblico, ha sfruttato impunemente preziose risorse della collettività, ha scelleratamente inquinato il mercato delle professionalità dei giovani, ha penalizzato e messo in ginocchio imprese sane e produttive, ha costretto all’emigrazione realtà produttive piene di voglia di fare, ha fatto complessivamente più danni di una guerra fredda.
…… e se i nostri “tutori” non sapessero neanche dell’esistenza di una riforma anticorruzione?
Oggi assistiamo a due mondi che si scontrano furiosamente: da una parte, la società civile che, fuori dai palazzi della politica, grida vendetta contro le montagne di denaro disperso nelle avide mani che si aprono e si chiudono sotto gli ingordi tavoli del malaffare; dall’altra, la società dei politici che tace ad oltranza, che guarda (o meglio non guarda) la complessa legislazione anticorruzione formalmente votata nell’ultimo anno di vita parlamentare e governativa, che sorride sorniona … probabilmente memore della sempre verde saggezza di Don Fabrizio, Principe di Salina: “qualcosa doveva cambiare perché tutto restasse com’era prima”.
Due pianeti lontani – quello delle urla incazzate al piano di sotto, quello dei silenzi omertosi ai piani superiori – costretti a convivere pacificamente, o quasi …
Forse, dovremmo riflettere sul fatto che tra i più importanti e seri approcci criminologi v’è quello a carattere sociologico, che tra l’altro ci ha insegnato a capire come la devianza sociale – e dunque il delitto, il crimine, l’illegalità, la corruzione – non vengono affatto fuori come funghi alle proprie piogge, né sono certo figlie del bernoccolo lombrosiano.
Tutt’al contrario, sono l’esatto prodotto della cultura (o della non cultura) dell’anti-legalità, da intendersi come indifferenza della comunità alla devianza sociale; perché non è certo un caso – e risponde ad una precisa logica criminologica – che si consideri semplicemente scorretto, punibile ma non immorale, non pagare una contravvenzione stradale (ed infatti ci si muove nell’ambito della depenalizzazione), allo stesso modo di come è altrettanto prevedibile, in ragione della sua unanime repulsione sociale, dovere salvare dalle ire dei compagni di cella il detenuto che viene incarcerato per atti di violenza sessuale su un bambino.
La devianza sociale – e tra queste rientra certamente la corruzione – è anche e soprattutto questo: frutto di mancata consapevolezza e condivisione della delittuosità di una determinata azione; sottovalutazione di quanto la stessa possa rappresentare un attacco alla sopravvivenza sociale generale; assenza di solidarietà su quella che dovrebbe essere una battaglia di tutti, in favore di tutti.
Facciano un esame di coscienza i nostri rappresentanti “civici”, quelli che hanno scelto di dedicarsi alla politica essendone anche lautamente pagati.
Un operaio della Fiat che non lavora e non fa quello per cui viene stipendiato viene messo alla porta nel giro di mezza giornata ….
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