L’articolo (il 37) della manovra è denominato “Disposizioni per l’efficienza del sistema giudiziario e la celere definizione delle controversie”.
Un fine incerto dunque (un sistema giudiziario “efficiente e celere”) perseguito attraverso un mezzo certo (giustizia solo a chi paga).
La nostra Costituzione, quella che i nostri legislatori dovrebbero tenere sul proprio scranno in Parlamento, però recita:
Articolo 24: “Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento …”
Ed ancora.
Articolo 113: Contro gli atti della pubblica amministrazione è sempre ammessa la tutela giurisdizionale … Tale tutela giurisdizionale non può essere esclusa o limitata a particolari mezzi di impugnazione o per determinate categorie di atti …
L’aumento del contributo unificato si pone dunque in contrasto con i principi costituzionali, come hanno spiegato, su queste pagine, Salvatore Gallo e Dario Sammartino, entrambi avvocati.
Non è un caso che proprio gli avvocati avvertano con particolare sensibilità i problemi derivanti da un sistema giudiziario “sbilanciato”, un sistema cioè in cui il Giudice “conceda” giustizia solo “a ricchi e potenti”.
Si può discutere in questa sede dell’eccesso di avvocati, si può discutere del ricorso (spesso) eccessivo al rimedio giudirisdizionale, ma è altrettanto vero che, nell’attuale sistema politico degradato, il ruolo di contropotere dell’avvocato “libero” (da “ricchi e potenti”), rimane insostituibile!
L’aumento del contributo unificato mette a serio rischio l’autonomia e l’indipendenza di tutti gli avvocati.
L’aumento del contributo unificato impedisce il controllo “dal basso” delle nefandezze dei manovratori.
L’aumento del contributo unificato è uno scandalo (italiano) che non possiamo tollerare!
La campagna Fermiamo l’aumento del contributo unificato!
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