L’ipotesi derivava dalla volontà del governo di mantenere l’impegno preso con l’Unione europea, in vista dell’approvazione del Recovery Plan, e di adeguarsi alla richiesta di cancellazione degli “oneri impropri” dai costi dell’energia.
La tassa per la detenzione di apparecchi radio-televisivi, 9 euro al mese per 10 mesi, era stata accorpata alle utenze elettriche da una riforma del 2015 voluta dall’ex premier Matteo Renzi con la Legge di Stabilità.
Secondo l’accordo siglato con Bruxelles, l’approvazione delle nuove misure concorrenziali in Cdm sarebbe dovuta avvenire entro luglio 2021, ma per la sua adozione definitiva c’è tempo fino a dicembre 2022. Visti i ritardi accumulati, la legge sulla concorrenza dovrebbe slittare a settembre, dopo la pausa del Parlamento, ma nella bozza del testo non figura l’eliminazione del canone Rai dalla bolletta.
Non ci sono quindi certezze, la misura potrebbe seguire un iter parlamentare a parte. Si pensa a nuove modalità di riscossione che possano impedire l’evasione, dovrebbe essere quindi essere escluso il ritorno al pagamento con le stesse modalità in cui avveniva prima del 2016.
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Canone Rai in bolletta: cosa cambia da fine 2022
Come anticipato, il governo Draghi dovrà approvare entro il 31 dicembre 2022, d’accordo con l’UE, le nuove misure concorrenziali (il disegno di legge sulla concorrenza sarebbe dovuto approdare in Cdm a fine luglio, ma slitterà quasi sicuramente a settembre).
“Le misure di accompagnamento per garantire la diffusione della concorrenza nei mercati al dettaglio dell’elettricità entreranno in vigore al più tardi il 31 dicembre 2022″, è infatti scritto nell’allegato di esecuzione del Consiglio europeo sull’approvazione della valutazione del piano di ripresa e resilienza per l’Italia (Pnrr).
In sostanza, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il premier Draghi ha promesso all’Ue l’abolizione dell’obbligo per i venditori di elettricità di “raccogliere tramite le bollette somme che non sono direttamente correlate con l’energia”.
Come anticipato, la fuoriuscita del Canone Rai di 90 euro dalla bolletta dell’elettricità, considerato come onere improprio per i cittadini, non dovrebbe però essere previsto dalla legge sulla concorrenza. Si valutano quindi nuove ipotesi che seguiranno un diverso iter parlamentare.
La riforma Renzi sul Canone Rai in bolletta
La tassa sul possesso di un apparecchio tv e radio diffusione era stata rivista nel 2015 dall’allora premier Matteo Renzi, che aveva promosso e varato una riforma sul suo pagamento. Venne stabilito l’accorpamento del canone nella bolletta dell’elettricità secondo questi importi: 9 euro al mese per 10 mesi, per un totale di 90 euro. La norma è stata inserita nella Legge di stabilità 2016 (Legge 28 dicembre 2015, n. 208, commi da 152 a 164)
Nel 2016, anno in cui fu introdotto del canone in bolletta, il 41% in più delle famiglie versò l’imposta. L’incasso totale aggiuntivo (rispetto all’anno precedente) fu di oltre 420 milioni di euro.
Ora, da fine 2022 si potrebbe tornare al versamento autonomo dell’imposta sul possesso dell’apparecchio radio-televisivo. Di fatto quei 90 euro suddivisi in 10 euro per 10 mesi dovranno uscire dalla bolletta dell’elettricità e torneranno a essere riscossi a parte, come era stato prima del 2016. Resta da capire con quali modalità, potrebbe essere necessaria una nuova modalità di riscossione volta a prevenire l’evasione.
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