Dunque, per le nuove decorrenze delle prestazioni di accompagnamento a pensione, fino al 2023 (ultima decorrenza ammessa 1° dicembre 2023 con risoluzione del rapporto di lavoro il 30 novembre 2023), il periodo massimo individuale di fruizione può essere elevato fino a 7 anni.
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Accompagnamento alla pensione 2021: come funziona
L’isopensione, introdotta in via sperimentale per il triennio 2018-2020 dalla Riforma Fornero (L. n. 92/2012), successivamente modificata dall’art. 1, co. 160, della L. n. 205/2017 (Legge di Bilancio 2018), consente ai lavoratori, che sono prossimi al pensionamento, di poter chiudere in anticipo il rapporto lavorativo previo accordo con il datore di lavoro.
Inizialmente, il meccanismo consentiva un anticipo dell’età pensionabile, sino ad un massimo di 4 anni, a patto che l’azienda esodante corrisponda, con oneri interamente a suo carico, un assegno ai lavoratori di importo equivalente alla pensione (l’assegno prende appunto il nome di ”isopensione”). L’importo è corrisposto per l’intero periodo di esodo, sino al perfezionamento dei requisiti per il pensionamento.
Successivamente, il periodo di 4 anni è stato esteso, per il periodo temporale dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2023, a 7 anni ai sensi dell’art. 1, co. 160 della L. n. 205/2017 (Legge di Bilancio 2018), come modificato dalla Legge di Bilancio per il 2021 per agevolare il ricambio generazionale nelle imprese.
Accompagnamento alla pensione 2021: chi ne ha diritto
Innanzitutto, si specifica che possono aderire all’isopensione esclusivamente i lavoratori dipendenti del settore privato. Inoltre, considerato che l’isopensione si rivolge a coloro a cui mancano al massimo 7 anni per andare in pensione, teoricamente possono aderirvi i lavoratori con età pari o superiore a 60 anni.
Accompagnamento alla pensione 2021: accordo di esodo
Per accedere all’isopensione occorre un accordo sottoscritto tra tre figure:
- azienda;
- organizzazioni sindacali più rappresentative a livello aziendale;
- INPS.
A seguito della sottoscrizione dell’accordo, i lavoratori vengono informati della possibilità di poter accedere alla pensione in anticipo.
Dopo un primo confronto tra azienda e le organizzazioni sindacali, e dopo aver individuato tutti i lavoratori interessati al pensionamento anticipato, l’INPS ha il compito di validare l’atto verificando l’insieme dei requisiti pensionistici dei lavoratori che hanno aderito al pensionamento anticipato.
Solo dopo aver controllato le condizioni di legge, l’INPS emette un provvedimento nel quale sono descritte le informazioni relative al costo complessivo del programma di esodo annuale che l’azienda deve sopportare. L’informazione viene inviata al datore di lavoro via PEC. A questo punto, l’accordo assume piena efficacia.
Quindi, a decorrere dal primo giorno del mese successivo alla risoluzione del rapporto, l’assegno di esodo (isopensione) viene messo in pagamento dall’INPS.
Accompagnamento alla pensione 2021: il ruolo dell’INPS
Successivamente, l’accordo sindacale raggiunto deve poi essere presentato dal datore all’INPS. Quest’ultimo dovrà validarlo rispetto ai requisiti pensionistici dei lavoratori che hanno aderito al pensionamento anticipato.
Se tutte le condizioni sono soddisfatte, l’Istituto Previdenziale rilascia un prospetto contenente l’informazione relativa all’onere complessivamente stimato del programma di esodo annuale, ai fini della fideiussione bancaria, che viene inviato al datore di lavoro tramite PEC. Quindi, l’accordo acquista efficacia.
A quel punto il rapporto di lavoro dei lavoratori che hanno aderito al piano di esubero cessa secondo le modalità e i tempi stabiliti dall’accordo stesso e l’istituto metterà in pagamento, dal primo giorno del mese successivo alla risoluzione del rapporto, l’assegno di esodo (l’isopensione).
Accompagnamento alla pensione 2021: compito dell’azienda
Com’è possibile intuire, l’intero costo del programma di esodo grava sull’azienda, la quale è tenuta a riversare nelle casse dell’INPS i finanziamenti necessari per porre in liquidazione la pensione, inclusi i contributi.
In tal contesto, l’INPS richiede al datore di lavoro una fidejussione bancaria, ossia un garante, in modo tale che laddove l’azienda interrompa il pagamento mensile delle provviste finanziarie, l’Istituto Previdenziale possa rifarsi sul garante stesso.
Se l’insolvenza si protrae per una durata superiore a 180 giorni, l’INPS ha diritto a richiedere l’intera fidejussione e proseguire nella corresponsione del trattamento previsto.
Accompagnamento alla pensione 2021: importo dell’assegno
Per quanto riguarda l’importo di esodo, esso è pari all’importo del trattamento pensionistico che spetterebbe al lavoratore al momento di accesso alla prestazione medesima. L’assegno di isopensione sarà, quindi, sempre di importo leggermente inferiore all’importo di pensione che il lavoratore percepirà alla cessazione dell’assegno.
Infatti, l’assegno di esodo presenta alcune differenze rispetto alla pensione normalmente erogata dall’INPS. In particolare, sull’importo della prestazione:
- non è attribuita la perequazione automatica;
- non spettano i trattamenti di famiglia (ANF);
- non possono essere effettuate trattenute per il pagamento di oneri.
Altre differenza riguardano l’eventuale trasferimento del trattamento previdenziali a eredi, in quanto l’isopensione non è reversibile e l’aspetto fiscale, poiché la prestazione è soggetta a tassazione ordinaria.
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