Con l’arrivo dell’autunno e il progressivo calo delle temperature, torna il tema dell’accensione riscaldamenti, regolata da norme specifiche, che variano a seconda delle fasce climatiche. Mentre nelle zone climatiche più fredde del Nord il pulsante on è già stato premuto, e i termosifoni sono accesi ormai ovunque, in quelle un po’ più miti si parte dal 15 novembre. Come a Roma, dove il sindaco Gualtieri ha dichiarato aperta la stagione, firmando l’ordinanza su date e orari di funzionamento e temperature di esercizio per tutti gli impianti di riscaldamento del territorio capitolino.
Le regole variano appunto in base alla zona climatica, con paletti su date di accensione generale e ore di utilizzo degli impianti. Cambiano anche per chi abita in condominio e per chi ha un impianto autonomo, e anche a livello di uffici pubblici.
La stagione dell’accensione è iniziata il 15 ottobre, giorno di accensione per Comuni e città in fascia E, per massimo 14 ore al giorno. I caloriferi possono essere accesi a 17°C (+2°C massimo di tolleranza) per gli edifici con all’interno attività industriali o artigianali; 19°C (+2°C massimo di tolleranza) per tutti gli altri edifici, comprese le case. Invece nelle strutture ospedaliere o RSA, si possono modulare i gradi.
Nella fascia 15 novembre 2024/31 marzo 2025 (per accensione e spegnimento termo), con una durata massima giornaliera di 10 ore, rientrano molte province del centro e Sud: Napoli, Latina, Roma, Caserta, Salerno, Bari, Brindisi, Benevento, Catanzaro, Cagliari, Lecce, Ragusa, Cosenza, e Taranto.
A seguire ci saranno poi le fasce climatiche della zona B, che potranno premere start sui caloriferi dal 1° dicembre 2024: Palermo, Siracusa, Trapani, Reggio Calabria, Agrigento Messina, e Catania. Qui i riscaldamenti potranno restare accesi per un massimo di 8 ore al giorno e fino al 31 marzo.
Ecco in breve le date di accensione dei riscaldamenti per il 2024, le fasce climatiche di riferimento e le regole da seguire per evitare sanzioni.
Indice
Norme sull’accensione riscaldamenti
L’accensione dei riscaldamenti in Italia è regolata da decreto, che stabilisce i periodi di accensione e il numero massimo di ore giornaliere. Questa regolamentazione ha due obiettivi principali:
- contenere il consumo energetico: Limitando l’uso del riscaldamento, si riduce il consumo di combustibili fossili e di energia elettrica, con benefici economici per le famiglie.
- ridurre le emissioni inquinanti: L’accensione dei riscaldamenti contribuisce alle emissioni di CO₂, uno dei principali gas serra. Limitare le ore di riscaldamento aiuta a contenere l’impatto sull’ambiente.
Il provvedimento cardine, su cui poi sono stati emessi decreti successivi, è il Dpr 74 /2013, che stabilisce anche le ore massime giornaliere di utilizzo e la temperatura consentita, con possibilità di deroghe in alcuni casi.
Ricordiamo che per la stagione fredda del 2022/23 il ministero della transizione ecologica aveva emanato un decreto ad hoc, con alcune novità: erano stati modificati i limiti temporali di esercizio degli impianti termici con l’obiettivo del risparmio energetico. Il periodo di funzionamento era stato ridotto di 15 giorni come la temperatura massima (sotto di un grado) e il numero di ore giornaliere.
Le fasce climatiche
L’Italia è divisa in 6 fasce climatiche (da A a F), in base alle temperature medie annuali e all’altitudine dei comuni.
Questa suddivisione tiene conto delle diverse condizioni meteorologiche presenti nel paese, garantendo che i periodi e gli orari di accensione siano adeguati alle esigenze climatiche locali. Chiaramente il Nord Italia ha tempi diversi di accensione rispetto al Sud, anche se spesso le aree montane del Sud fanno parte delle fasce più tutelate.
La suddivisione avviene così:
- Fascia A: include le zone più calde, in particolare alcune aree costiere della Sicilia e della Calabria.
- Fascia B: copre altre aree del sud Italia con clima mite, come alcune coste del Meridione.
- Fascia C: riguarda le zone costiere centrali e le aree interne meridionali.
- Fascia D: include la maggior parte delle città del centro e alcune città del nord.
- Fascia E: copre zone settentrionali con inverni rigidi, come Milano e Torino.
- Fascia F: riguarda le aree montane, dove le temperature sono generalmente più basse tutto l’anno.
Calendario accensione 2024, fascia per fascia
FASCIA A
- Comuni. Sicilia (alcune zone costiere), Calabria (alcune zone costiere).
- Periodo di accensione: dal 1° dicembre al 15 marzo.
- Orari: massimo 6 ore al giorno.
FASCIA B
- Sicilia, Calabria, Puglia, e Sardegna (aree costiere), Basilicata (alcune zone costiere).
- Periodo di accensione: dal 1° dicembre al 31 marzo.
- Orari: massimo 8 ore al giorno.
FASCIA C
- Lazio (zone costiere), Campania, Puglia (aree interne), Basilicata, Marche (alcune aree), Sardegna, Toscana (alcune aree).
- Periodo di accensione: dal 15 novembre al 31 marzo.
- Orari: massimo 10 ore al giorno.
FASCIA D
- Emilia-Romagna, Umbria, Lazio, Toscana (aree interne e nord), Marche, Abruzzo, e alcune zone della Lombardia (principalmente aree centrali e meridionali).
- Periodo di accensione: dal 1° novembre al 15 aprile.
- Orari: massimo 12 ore al giorno.
FASCIA E
- Comuni: principali città del nord come Milano, Torino e Bologna.
- Periodo di accensione: dal 15 ottobre al 15 aprile.
- Orari: massimo 14 ore al giorno.
FASCIA F
- Le aree montane dove le temperature sono più rigide: Lombardia (principalmente aree del nord), Piemonte, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna (zone interne e settentrionali), e Liguria (aree interne). Toscana (zone appenniniche), Marche (zone montuose), Umbria (aree montane). Abruzzo (soprattutto aree montuose), Molise (zone montane)
- Periodo di accensione: non esistono limitazioni di orario o di durata.
Le regioni tendono a variare all’interno di ogni fascia, ma la suddivisione generale riflette le caratteristiche climatiche locali, influenzando i periodi e le ore di accensione dei riscaldamenti.
Qualche esempio
Per fare qualche esempio (di regioni, città e comuni) sulle date di accensione riscaldamenti in alcune zona di Italia:
- Milano. “A partire dal 15 ottobre sarà possibile accendere gli impianti di riscaldamento domestico come previsto dalle indicazioni definite dal Comune di Milano con l’apposita ordinanza”, come riportato dall’amministrazione comunale. ” la temperatura massima consentita per gli edifici residenziali sarà di 19°C + 2°C di tolleranza, ridotta di 1 grado rispetto ai 20 previsti per legge. Per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e simili il limite rimane invece invariato a 18°C + 2°C di tolleranza”.
- Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna e Rimini: anche qui, è possibile accendere i termosifoni dal 15 ottobre, per un totale di 13 ore al giorno, con una temperatura massima interna agli edifici che non deve superare i 19 gradi, mentre negli stabilimenti industriali il limite massimo scende a 17 gradi. Il regolamento prevede comunque due gradi di tolleranza.
- Forlì: è inserita nella fascia più calda D, per cui è possibile accendere il riscaldamento a partire dal 1° novembre 2024 e fino al 15 aprile 2025, per massimo 12 ore al giorno.
- Veneto: la data è fissata al 15 ottobre per tutte le aree ricadenti nella zona climatica E (la maggioranza dei comuni veneti). I termosifoni si potranno tenere accesi tutti i giorni, per un massimo di 14 ore giornaliere (anche frazionabili), tra le 5 e le 23.
- Genova, La Spezia e Savona: qui si possono accendere i riscaldamenti a partire dal primo novembre 2024 per un massimo 12 ore al giorno.
- Roma: qui l’accensione riscaldamenti parte dal 15 novembre, per un massimo di 12 ore al giorno. Termosifoni che andranno spenti del tutto il 7 aprile 2025, come da ordinanza del sindaco Gualtieri.
Sempre nel territorio di Roma capitale, le regole sono quindi queste:
- periodo di funzionamento: tra il 15 novembre 2024 e il 7 aprile 2025;
- accensione impianti per un massimo di 11 ore giornaliere comprese tra le ore 5 e le ore 23 di ciascuno giorno; per gli Uffici dell’Amministrazione Capitolina per un massimo di 10 ore giornaliere;
- riduzione di 1°C della temperatura: 17° C +2° C di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili e 19° C +2° C di tolleranza per tutti gli altri edifici.
Queste regole di accensione e tetto ore non valgono per strutture sanitarie, case di riposo, scuole materne e nidi, piscine e saune, sedi diplomatiche non ubicate in edifici condominiali. E neanche per edifici pubblici e privati che rispettino gli obblighi di utilizzo di impianti a fonti rinnovabili.
Deroghe per emergenze climatiche
In caso di condizioni climatiche eccezionali, come improvvise ondate di freddo, è possibile richiedere una deroga temporanea. Queste deroghe vengono concesse dalle autorità locali, come sindaci e prefetti, che possono decidere di anticipare o prolungare il periodo di accensione per rispondere alle necessità della popolazione.
Le modalità per ottenere una deroga variano da regione a regione, ma solitamente sono accessibili tramite richiesta formale alle autorità competenti.
Controlli e sanzioni
Per garantire il rispetto delle normative, vengono effettuati controlli sia a livello condominiale che da parte delle amministrazioni locali. Gli amministratori di condominio hanno la responsabilità di rispettare e far rispettare le regole di accensione.
Chi viola queste norme può incorrere in sanzioni economiche, con multe variabili in base alla gravità della violazione. Le multe per il mancato rispetto delle normative variano dai 500 ai 3.000 euro, a seconda dell’entità dell’infrazione.
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Foto copertina: istock/JazzIRT