In realtà, con il ddl Delrio, non si tratta di vera e propria abolizione delle Province, ma di svuotamento delle stesse e la presa d’atto che, nel 2014, non si svolgeranno le elezioni provinciali. I sì al provvedimento sono stati 277, soltanto 11 i no e 3 gli astenuti. La votazione si è svolta in un clima di tensione, dopo l’andirivieni dall’aula dei deputati di Forza Italia e del MoVimento 5 Stelle, che hanno cercato, più volte, di far mancare il numero legale.
Alla fine, comunque, il disegno di legge, è passato chiudendo il primo, lungo esame parlamentare, durato diverse settimane, nel corso delle quali si è discusso a fondo del destino degli enti di governo locale.
Come noto, infatti, il ddl istituisce le nuove Città metropolitane che, nelle zone dove saranno realizzate, sostituiranno le province, andando a comporre delle agglomerazioni di Comuni. Diversamente, dove le Province rimarranno in funzione, saranno i sindaci a doverle amministrare. “In attesa del disegno costituzionale – ha spiegato il ministro Graziano Delrio, principale sponsor del ddl – di abolizione, le province si riducono a enti leggeri con poche funzioni, molto utili ai comuni; i piccoli comuni potranno lavorare più facilmente insieme, nelle unioni, con meno burocrazia e più autonomi”.
Anche per i dipendenti, ha assicurato il ministro, non ci dovrebbero essere brutte sorprese, con gli organici che verranno assorbiti tra i vari enti, Comuni o Città metro
Di avviso completamente diverso le opposizioni, con in testa il capogruppo berlusconiano Renato Brunetta, ex alleato nel governo delle larghe intese e ora più convinto oppositore della linea del governo: “Il disegno di legge sulle province si può definire a tutti gli effetti una vera e propria legge truffa, non abolisce le province, ma crea enti di secondo livello: di fatto trasforma le province in enti di area vasta, li sottrae alla rappresentanza democratica, escludendo ogni tipo di elezione diretta, con l’obiettivo di rendere le nuove province e le nuove città metropolitane assemblee monocolore di sinistra”.
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