Il provvedimento ha una valore di 3,5 miliardi di euro e prevede, oltre alla scomparsa della tassa sugli immobili, anche altre misure dirette al welfare e agli arretrati della pubblica amministrazione.
Ecco, in dettaglio, tutti i settori interessati dal decreto.
Abitazioni. Sparisce l’Imu sulle prime case, tranne per quelle di lusso delle categorie A1, A2, castelli e palazzi di fascia A9. Esclusi anche i fabbricati di particolare valore. Sugli affitti, viene ammorbidita la cedolare secca dal 19 al 15% sugli affitti sottoposti a canone concordato, mentre sparisce l’Imu su immobili e abitazioni sfitte o invendute. Meno peso Imu anche per gli alloggi delle cooperative edilizie a proprietà unica che vengono utilizzati come abitazioni principali.
Imprese. Fisco più leggero anche per le aziende e gli immobili di proprietà sociale, con deducibilità dell’Imu per le imposte su redditi di imprese e professionisti, con efficacia entro l’anno solare. L’Imu, comunque, resta indeducibile dall’Irap.
Esodati. Se il ministro Giovannini aveva promesso altri 30mila salvataggi entro settembre, il decreto di abolizione dell’Imu ne prevede una prima tranche di 6500, che vanno ad aggiungersi ai 130.130 già salvati nell’ultimo anno.
Pubblica amministrazione. Il decreto prevede anche un ulteriore sblocco di 10 miliardi di pagamenti arretrati della pubblica amministrazione, che vanno ad aggiungersi ai 60 già messi a disposizione degli enti che hanno debiti nei confronti dei imprese che abbiano prestato servizi o opere. Nel complesso, dovrebbero essere erogati 7 miliardi subito e 3 nelle settimane a venire. Entro fine anno, dovrebbero essere già 30 i miliardi emessi per i saldi alle imprese. Questa novità consentirebbe di recuperare una parte extra di gettito Iva, da destinare alla nuova fiscalità immobiliare che prevede la scomparsa dell’Imu.
Agricoltura. Dopo un braccio di ferro complicato, il governo ha deciso di esentare anche dalla seconda rata dell’Imu i terreni e fabbricati agricoli, così come previsto nel primo rinvio dello scorso mese di giugno. Come per le prime case, la conferma definitiva arriverà solo con il decreto di ottobre.
Mutui. Il decreto si rivolge alla Cassa depositi e prestiti affinché metta a disposizione degli istituti di credito 2 miliardi per l’erogazione di mutui a tassi agevolati. Altri 200 milioni sono destinati a ridurre il carico di chi un mutuo lo ha già acceso e verranno reperiti dai fondi infrastrutturali inutilizzati.
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